“Il giovane maschio italiano è sempre più solo e meno preparato ad affrontare con serenità la propria crescita”. È questa la fotografia che è venuta fuori da oltre dieci anni di ricerca per il Progetto Andrologico Permanente, coordinato dal biscegliese dott. Umberto Valente, medico specialista in endocrinologia e malattie del metabolismo, per la Fondazione Foresta Onlus di Padova. L’analisi coordinata dal nostro concittadino si basa sui dati raccolti nella popolazione studentesca maschile dall’anno scolastico 2005-06 sino al 2016-17, attraverso questionari anonimi che sono stati compilati da oltre diecimila studenti dell’ultimo anno delle superiori per valutare le caratteristiche soggettive relative agli stili di vita.

Dai dati dell’ultimo periodo soggetto a studio si registra che i giovani maschi sono divenuti sensibilmente più alti (da 1,76 a 1,78), un poco più grassi ma sempre più interessati all’attività sportiva anche attraverso uso di integratori, spesso comprati da shop online. Parallelamente, lo studio curato dal dott. Valente, che presta servizio all’ospedale di Padova, mostra il notevole abbassamento dell’età della prima sigaretta (da 15,7 anni a 13,2 anni) ed il sempre più diffuso uso della marijuana, che se nel 2005 era prerogativa del 49,5% della popolazione campione oggi il 76% dichiara di averla provata almeno una volta o di farne uso in maniera abituale. Fortunatamente si è invece abbassata la percentuale giovanile di chi dichiara di fare uso di ecstasy, eroina e cocaina.

È però entrando nella sfera sessuale che il progetto coordinato dal biscegliese Umberto Valente mette in evidenza i cambiamenti apportati dalla diffusione sempre più capillare di internet e dall’utilizzo costante dei social network. Per l’80% di questi ragazzi il web costituisce infatti la fonte primaria di informazione sulle tematiche inerenti la sfera sessuale ed è aumentata sensibilmente anche la percentuale dei giovani che si connette a siti pornografici (era il 47% del campione, oggi è l’87%). In questo scenario preoccupa l’aumento massiccio di chi dichiara di registrare disturbi della funzione sessuale (mancanza di desiderio, eiaculazione precoce o ritardata, disfunzione erettile), che se nel 2005 era solo l’8,8% dei soggetti intervistati oggi è il 26%. E se il 54% dei giovani dichiara di avere ormai abituali rapporti sessuali completi, solo il 63% di questi risulta protetto. Un ultimo dato interessante ed indicativo della nostra società fluida emerge nella ricerca del dott. Valente dai dati relativi all’orientamento sessuale, con un aumento di chi dichiara la propria omosessualità o l’apertura a rapporti con entrambi i sessi.