Voto favorevole di tutta la maggioranza (14 consiglieri) con l’aggiunta del presidente, Franco Napoletano,  due astensioni (Di Tullio della maggioranza e Cosmai dell’opposizione) e minoranza fuori dall’aula (Casella, Preziosa, Pedone, Angarano, Rigante, Mastrapasqua e Tonia Spina). Si è concluso così il consiglio comunale di ieri, martedì 25 luglio, incentrato per lo più sulla procedura di contestazione relativa all’incompatibilità del sindaco Francesco Spina, avviata dopo che il primo cittadino ha citato il Comune di Bisceglie per tre cause del 1995 nelle quali difese l’ente e per le quali Francesco Spina non ha mai ricevuto i compensi (che ammontano complessivamente a 15mila euro).

La discussione è stata a tratti molto accesa, soprattutto in due scontri verbali tra Enzo Di Pierro e Gianni Casella e tra Franco Napoletano e Angelantonio Angarano. Sostanzialmente l’opposizione ha posto il dubbio che si celi un fine politico nella decadenza di Spina mentre il sindaco, da parte sua, ha rigettato con fermezza questa ipotesi. Ma partiamo dall’inizio.

Le danze del punto 8 le ha aperte Napoletano, illustrando la vicenda e spiegando che in caso di voto positivo sulla procedura di contestazione (come poi è effettivamente andata), il sindaco avrebbe avuto dieci giorni per fornire controdeduzioni o rimuovere le cause dell’incompatibilità. “È poi il consiglio comunale a doversi riunire e decidere definitivamente sull’incompatibilità”, ha spiegato il presidente del consiglio. “E il sindaco avrebbe ulteriori dieci giorni prima della decadenza. A differenza delle dimissioni, la giunta rimarrebbe in carica anche se formalmente sciolta e il vicesindaco svolgerebbe i compiti del sindaco”.

“Mi prenderò questi giorni di tempo per preparare delle memorie”, ha dichiarato poi Francesco Spina. “Il Comune di Bisceglie tramite il dottor Pedone ha eccepito una prescrizione, cosa mai successa fino ad ora. Oggi io ho un conflitto vero di interesse. La mia posizione non consente neanche di definire il contenzioso in maniera transattiva. A questo punto mi si pone di fronte a un bivio: continuare a fare il Sindaco e rinunciare a 15mila euro o fare l’avvocato”.

“I fatti su questa vicenda sono noti ed hanno poco a che fare con la pretesa creditoria ma hanno a che fare con altri interessi ed ambizioni”, ha eccepito dai banchi della maggioranza il segretario del Pd di Bisceglie, Roberta Rigante. “La invito a percorrere la strada del rispetto nei confronti dei cittadini e nostri. In questi giorni se emergesse come verità quello che l’opinione pubblica va supponendo, la prego di riportare il tutto nell’alveo della dignità politica”, ha aggiunto la consigliera, facendo riferimento a fini politici del sindaco.

“Vi siete chiesti perché dopo 11 anni il Sindaco chiede a se stesso quei soldi?”, ha esordito Gianni Casella (Dc). “Spina è stato Sindaco dal 2006 a oggi, la domanda sorge spontanea: perché questa mera questione, tra l’altro definita prescritta dall’ufficio legale, non si può fare da qui a sei mesi? Che cosa cambia? Chiedetevi perché”. Casella ha continuato il suo duro intervento affermando che: “la politica con la P maiuscola non avrebbe portato questa questione in consiglio comunale. Avremmo dovuto discutere di povertà, economia e problemi di questo paese. Questa volta io voglio che lui governi, per rispetto alle istituzioni che rappresenta, fino alla fine del mandato”. Casella ha poi concluso: “Se Spina ha l’aspirazione a ricoprire gli scranni romani dovrebbe avere il rispetto di dirlo e quindi dimettersi. Gli stringerei la mano se rinunciasse a questa azione legale che non ha senso di esistere”.

All’opposizione, ed in particolare a Casella, ha replicato Enzo Di Pierro: “Il consigliere Casella non può permettersi di mettere le maiuscole sulla ‘U’ di uomini e sulla ‘P’ di politica. Chi è andato ad un notaio per firmare e far decadere il Sindaco Spina non può parlare in questo modo. Chi chiede il Commissario è abituato a queste cose e non è venuto qui a parlare”. Ed è qui che gli animi si sono infervorati, con Casella che ha urlato diverse volte a Di Pierro: “Sei un uomo piccolo! Vergognati!” con il conseguente botta e risposta tra i due.

È un atto creato ad hoc”, ha ribadito Casella. “Ho già spiegato perché è andato a casa Francesco Spina nel 2013”. “Oggi ho chiesto un atto di responsabilità verso le istituzioni ed invece hai detto tu che questo è un fatto politico”, ha ancora attaccato il consigliere di opposizione. “Non bisogna creare questi artifici per arrivare dove si vuole arrivare. Cosa c’entra parlare del 2013 e del notaio? Chiedo scusa se ho usato certi termini ma tu devi chiedere scusa per le fesserie che hai detto”.

“Questo è l’avvio del procedimento”, ha poi osservato Tonia Spina. “Spero che il sindaco Spina possa ritirare la causa. Credo che potremo discutere politicamente sul tenore delle memorie che il Sindaco presenterà tra una decina di giorni. Ciascuno di noi risponde alla città per quello che ha fatto e per il ruolo che ha rivestito”.

“Mi chiedo se quando Spina si è candidato la prima e la seconda volta non abbia rinunciato a questi crediti”, ha dichiarato Angarano, riprendendo la parola. “Perché ora dopo undici anni esige questi crediti? Chiedo al sindaco di fugare ogni dubbio. Sarebbe davvero deplorevole se ci fossero doppi fini in quest’atto. Inoltre Francesco Spina siede anche nell’assemblea nazionale del Pd, che è il mio partito. Se in futuro emergerà la presenza di un doppio fine in questa incompatibilità, denuncerò io stesso la cosa ai vertici del Partito Democratico”. 

Sul punto è poi intervenuto anche il presidente del consiglio: “La posizione assunta dal Sindaco è una posizione legittima sul piano giuridico anche se, al posto suo, avrei preferito una scelta più elegante. Questa scelta ha comunque il pregio di accelerare i processi politici attualmente in stallo”.  

“Al giorno d’oggi chi può dire chi è candidato alla Camera o al Senato?”, ha detto fermamente il sindaco Spina. “Strumentalizzare politicamente questa cosa è una vera vigliaccheria. Io non ho ancora deciso cosa farò politicamente, non ho mai violato la legge in 12 anni e non mi sono mai piegato alle logiche di nessuno. Non potete decidere quando mi devo dimettere, quando fare causa al comune. Io non temo il giudizio degli elettori, non mi sono affezionato alla poltrona. Secondo quelli che mi hanno mandato a casa nel 2013 devo prendere questa decisione secondo i loro interessi politici? Questo è pregiudizio, un attacco personale, c’è un problema in questa città”. Spina ha poi condiviso alcune affermazioni di Napoletano: “Come ha detto il presidente del consiglio, questo atto servirà ad accelerare  il percorso politico di questa città”. Spina ha poi concluso: “Io non vado via da Bisceglie, per me la politica locale è prioritaria“.

A sorpresa, nella sua dichiarazione di voto, l’annuncio dell’astensione del consigliere di maggioranza Gigi Di Tullio, anche se negli ultimi giorni erano filtrate voci sull’allontanamento dell’ex PcdI dal primo cittadino. “E’ giusto che il sindaco possa richiedere il pagamento del debito che il comune ha nei suoi confronti”, ha detto Di Tullio, che però ha sostenuto di aver sentito “alcune voci dell’opinione pubblica”.

Caustico Pierpaolo Pedone che, nell’annunciare la sua uscita dall’aula e quella della consigliera Preziosa al momento della votazione, ha fatto gli “auguri al vicesindaco Fata, che subentrerà al primo cittadino, perché tanto Spina ha già deciso”.

Aria nuovamente tesa quando anche Angarano ha annunciato l’uscita dall’aula, insieme a Roberta Rigante e Casella, riservandosi ulteriori considerazioni dopo le memorie difensive di Spina. “Di fronte ad atti di citazioni è impossibile non votare questa procedura, bisogna esprimersi sulla questione”, ha eccepito Napoletano. “Sarebbe quasi da considerare una omissione dal proprio dovere, cosa succede se adesso abbandoniamo tutti l’aula?”. Stizzito Angarano, che ha lasciato l’aula stizzito, esclamando: “Non ci sto ad essere minacciato in questo modo“.

La votazione a maggioranza ha sancito l’apertura della procedura di contestazione. Il sindaco, quindi, avrà dieci giorni per le sue memorie difensive, dopo le quali il consiglio comunale dovrà decidere sull’incompatibilità.

La discussione, prima dell’infuocato punto 8, si era aperta sui debiti fuori bilancio, con l’opposizione ancora una volta critica con l’amministrazione comunale. Passaggi rapidi anche sull’aggiornamento del piano straordinario di ricognizione e razionalizzazione delle società partecipate e sull’esame modifiche ed integrazioni statuto Bisceglie Approdi. Nessuna discussione sull’adeguamento del Piano regolatore generale alle norme regionali, dopo l’affaire Spina. Stesso discorso sul parco naturalistico regionale Lama Santa Croce. “Un parco che preservi l’habitat può essere anche un punto importante per l’economia della città”, ha detto Pietro Consiglio, illustrando la proposta. “Può essere anche utile per il fine turistico, in maniera da creare un’alternativa al mare”. Punto votato favorevolmente da tutti i consiglieri, anche dall’unico esponente della minoranza in aula, Cosmai. Astenuto Franco Napoletano.