L’Associazione Ripalta Area Protetta – Pro Natura Bisceglie ha inviato all’Amministrazione Comunale tre proposte progettuali, per il bando regionale relativo ai programmi integrati di rigenerazione urbana, che prevedono il risanamento dell’ambiente della Zona Pantano Ripalta mediante la previsione di infrastrutture ecologiche quali reti verdi e blu finalizzate all’incremento della biodiversità dell’ambiente costiero, percorsi per la mobilità ciclabile e aree pedonali, spazi aperti e l’adozione di criteri di sostenibilità ambientale e risparmio energetico nella realizzazione delle opere edilizie.

A premessa delle proposte, l’idea che la Zona Pantano Ripalta rappresenti un esempio di ecosistema ad altissimo valore paesaggistico, ambientale, storico-archeologico e naturalistico, data la presenza di specie tipiche della macchia mediterranea e che questo territorio potrebbe rappresentare una risorsa anche per l’ambito urbano se si riuscisse a sfruttare appieno la valenza e le sue potenzialità inespresse.

Le proposte presentate si ispirano ai dieci criteri per la sostenibilità ambientale (CE DG Ambiente, 1998) e partono dall’analisi delle normative di tutela (vincoli ambientali, paesaggistici e faunistici) che insistono sulla costa di Levante. 

La prima proposta progettuale riguarda un “Sistema integrato di lagunaggio con fitodepurazione” per l’affinamento delle acque provenienti dagli impianti di depurazione di Bisceglie e Corato a scopo irriguo, al fine di ripristinare l’antica zona umida di Lama di Macina – Cala del Pantano, in quanto si pensa che un’adeguata depurazione delle acque che sono immesse in mare nella Zona Pantano-Ripalta potrebbe portare anche ad un recupero della sua funzionalità ecologica, eliminando i fenomeni di anossia, impoverimento degli habitat e fioritura algale tossica che spesso si verificano, soprattutto durante i mesi estivi.

Secondo l’associazione ripristinando i normali processi di fitodepurazione, caratteristici delle zone umide, si garantirebbe il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali della costa di Levante e tale soluzione potrebbe candidare la zona umida di Cala Pantano ad un eventuale inserimento nella Rete Natura 2000 (Direttiva 92/43/CEE), con indubbi benefici in termini conservazione e salvaguardia delle specie minacciate ed in coerenza con l’iter istitutivo dell’Area Marina Protetta “Grotte di Ripalta – Torre Calderina”.

La seconda proposta progettuale riguarda la bonifica e il recupero delle aree degradate della costa di Levante, nell’ambito degli interventi di “Conservazione, restauro, recupero e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici per migliorare la qualità insediativa, e la fruibilità degli spazi pubblici”. L’Area in questione, infatti, presenta insediamenti antropici per i e quali è possibile ipotizzare interventi di bioarchitettura senza aumento della cubatura esistente per la creazione di aree attrezzate per la sosta dei pedoni e per pic-nic e per la fruizione naturalistica e didattica, raggiungibili anche da anziani, bambini e disabili. Tali interventi di bonifica e ripristino dovrebbero essere integrati dalla creazione di un giardino – paesaggio in zona Pantano – Ripalta con piantonai per coltivazioni di essenze autoctone, da interventi strutturali ECO-sostenibili, dal restauro dei muretti a secco, dalla costruzione di capanni di osservazione per il birdwatching, dall’apposizione di cartellonistica naturalistica e per la mobilità lenta.

La terza proposta progettuale riguarda l’applicazione di un modello mobilità sostenibile quale occasione di “sviluppo turistico legato alla promozione del turismo balneare in stretta relazione con la valorizzazione delle risorse storico-ambientali del territorio”. L’associazione spiega che “la viabilità costituisce un aspetto di rilevante importanza, non tanto per quel che riguarda la possibilità di attraversamento della Zona Pantano Ripalta – che sarebbe garantita da una rete di sentieri percorribili a piedi, a cavallo o in mountain bike – quanto dal punto di vista della raggiungibilità della zona, essendo questa situata fuori dal centro abitato. La soluzione ottimale per il miglioramento della viabilità è rappresentata dall’istituzione del senso unico su Via Pantano e dal recupero conservativo dei sentieri interpoderali disposti perpendicolarmente alla linea di costa, per trasformarli in una rete di sentieri ciclo-pedonabili, che consentirebbe ai cittadini un più facile accesso alle varie spiagge e una concreta fruizione della zona”Tale “Rete ciclo pedonabile” dovrebbe essere connessa alla città attraverso la previsione di una linea dei bus navetta dedicata che trasporti i cittadini percorrendo via Pantano e il collocamento dei nodi (parcheggi di interscambio) a ridosso della stazione ferroviaria.

In realtà nell’area costiera che va da Via San Francesco – Angolo Via Capitini insiste già una pista ciclabile, per la quale l’Ordinanza Sindacale n. 175 del 31/08/2015 ha vietato l’utilizzo per la sua elevata pericolosità. Nell’istanza, l’associazione ha chiesto di ridisegnare il percorso introducendo variazioni a quello originario per la mancanza, in alcuni tratti, di un supporto di roccia sufficientemente sicuro, su territorio demaniale, per farvi passare il percorso, l’alternativa sarebbe la creazione di un nuovo sentiero escursionistico turistico e un “percorso ciclo-pedonale turistico”, con uso riservato esclusivamente ad utenti a piedi o in bici.