“Con l’immissione in possesso di Universo Salute nella gestione aziendale della strutture ospedaliere di Bisceglie, Foggia e Potenza celebriamo oggi anche il traguardo di questa gestione commissariale e il compimento del Programma dell’Amministrazione Straordinaria autorizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico, scongiurando, quindi, il fallimento”, parte così il messaggio di commiato del commissario Cdp Bartolo Cozzoli nel giorno dell’ingresso dei nuovi gestori.
“Abbiamo vissuto 1381 giorni difficili, seminati da scelte ardue ed importanti, che nessuno in precedenza aveva saputo o voluto prendere, con il pericolo sempre immanente di un finale disastroso. Abbiamo introdotto un modo nuovo di lavorare e di gestire. Abbiamo imposto il doveroso cambio di passo e lo abbiamo fatto con le poche, anzi inesistenti, risorse rinvenute nei giorni dell’insediamento”, sottolinea l’avvocato Cozzoli.
Ecco tutti i numeri del periodo di commissariamento: 642 milioni di euro di debiti accumulati, a fronte di 82 milioni di fatturato annuo. Il debito accumulato era di 8 volte il fatturato: la più grande procedura di insolvenza in Italia (Parmalat) e la Grecia della crisi economica, avevano un rapporto debito/fatturato sotto il 2; 23 milioni di euro di risultato operativo negativo, la perdita d’esercizio ben più alta.
Oltre a cio, zero euro di versamenti di imposte e contributi, per effetto di una legge che ha consentito per più di un decennio di sospendere il versamento di tributi e contributi a qualsiasi titolo dovuti, estendendo la normativa di vantaggio esistente per le popolazioni colpite da eventi eccezionali quali alluvioni e terremoti. Terremoto, questa volta amministrativo, che, complice una incapacità gestionale, ha inevitabilmente fatto scuotere le fondamenta delle strutture ospedaliere e che grazie all’intervento, in extremis, dell’Amministrazione Straordinaria, possiamo oggi dire, non ha prodotto danni irreversibili; 5 mesi di ritardi nei pagamenti, 500 dipendenti in mobilità, 1 richiesta di fallimento, 19 udienze di verifica dello stato passivo, 2745 creditori insinuati allo stato passivo; costituzione di parte civile nel processo per bancarotta.
E, con fierezza, Colli aggiunge: “zero licenziamenti, fatti salvi quelli effettuati per motivi legati ai maltrattamenti dei pazienti; 1.500 posti di lavoro diretti salvati, pari all’intera forza lavoro, ai quali si sommano i dipendenti dell’indotto che lavorano alle dipendenze delle ditte appaltatrici, i cui contratti sono stati traferiti al cessionari; 25.000 pazienti assistiti, oltre 2.300.000 giornate di assistenza prestate, oltre 100.000 metri quadri sanificati giornalmente; 10 punti percentuali di incremento nei tassi di occupazione dei posti letto; zero mesi di ritardo nei pagamenti; 21 milioni di euro di miglioramento del risultato operativo, ottenuto senza alcun nuovo convenzionamento da parte delle Regioni Committenti; senza alcuna attivazione di posti letto, pur pronti, disponibili ed accreditati, in quanto rinvenienti dalla DCR 380/99 in tema di riconversione degli Ospedali Psichiatrici, e specificatamente finanziati ogni anno all’intero del Fondo Sanitario Regionale; 21 milioni di euro di miglioramento del risultato operativo, si ribadisce, nonostante un fisiologico calo di fatturato di 8 milioni (rispetto al 2013) per effetto del divieto operato dalla Regione Puglia, di ricoverare nuovi pazienti nell’Istituto Ortofrenico; più di 40 contratti d’appalto rinegoziati, che hanno permesso di ridurre i costi di oltre il 30%; più di 10 contratti d’appalto risolti grazie ai poteri speciali conferiti dalla Legge ai Commissari Straordinari; riduzione della durata di importanti contratti d’appalto, portata a 2/3 anni dai 30 (con taciti rinnovi) originariamente previsti; oltre 15 milioni di crediti incagliati, sinora recuperati; 20 milioni di disponibilità di cassa accumulate e che saranno destinate, assieme a quanto si cercherà di recuperare dalle altre azioni avviate, alla massa passiva; 42 milioni di euro di versamenti di imposte e contributi, al più importante creditore della procedura: lo Stato Italiano, i cui cittadini, sono stati a loro insaputa, finanziatori di questo Ente dichiarato insolvente a gennaio del 2014″.
E inconclusione: “Chiudo questa mia esperienza rasserenato dal fatto che il pericolo è scampato, la Casa Divina Provvidenza, questa istituzione avviata da Don Uva nel 1922 con spirito caritatevole, è salva. Auspico che tutte le Istituzioni accompagnino gli aggiudicatari, supportandoli ed aiutandoli a restare all’interno di un percorso di benessere assistenziale ed aziendale e di liceità e facendo sentire, allo stesso tempo, la loro presenza ai dipendenti. Ringrazio tutti coloro che, in maniera propositiva e collaborativa, hanno attraversato con me le acque insidiosissime e complesse di questi giorni, onorando e difendendo il proprio lavoro e credendo un po’ nel mio. Gli ostacoli, come gli sgambetti, non sono mancati”, tiene a precisare Cozzoli, “Ma siamo giunti qui, dove esattamente intendevamo arrivare, ed è la risposta migliore che potessimo dare. Una risposta concreta. I miei auguri e i miei migliori auspici per il futuro che vi attende”.