“Le norme sulla sicurezza che si applicano a tutti i settori lavorativi non valgono nella pesca. Ecco perché, forse, non conosceremo mai le ragioni alla base del malore, un infarto stando a quanto si legge sulla stampa, che non ha lasciato scampo al marittimo biscegliese (leggi qui)”, a denunciarlo sono i segretari di Flai Cgil Bat e Puglia, Gaetano Riglietti e Antonio Gagliardi.
I sindacalisti hanno voluto in primo luogo esprimere “alla famiglia del marittimo il cordoglio della Flai Cgil” dicendosi anche “addolorati per quanto accaduto”. L’evento in questione suscita preoccupazione per la Cgil poiché “dietro l’attività del lavoro del pescatore, si annidano rischi e pericoli, spesso sconosciuti ai più. Le drammatiche esperienze del passato e questa nuova tragedia”, continuano Riglietti e Gagliardi, “ci devono far riflettere sul fatto che c’è ancora molto da fare sul versante della sicurezza, della prevenzione e del rispetto delle leggi in materia della pesca. La fragilità ed il bisogno di un’occupazione non possono prescindere da azioni concrete in materia di sicurezza e di prevenzione, gli unici strumenti necessari ad impedire altre vittime o ad evitare che altri lavoratori restino invalidi per tutta la vita”.
Riglietti e Gagliardi hanno inoltre sottolineato come “sul versante della sicurezza ci siamo impegnati a tutti i livelli affinché ci fosse una diffusione capillare del ruolo della rappresentanza sulla sicurezza affidata alla Rls (rappresentante dei lavoratori sulla sicurezza) di marineria le cui finalità e obblighi sono quelli di valutare e prevenire i rischi. Serve immediatamente, senza ipocrisie”, concludono i segretari Flai Cgil, “che si prenda coscienza del pericolo che i lavoratori della pesca affrontano quotidianamente in mare aprendo immediatamente un confronto per il coinvolgimento delle istituzioni, Capitaneria, parti sociali, Asl e Inail mirato a prevenire e mettere in sicurezza gli addetti di questo comparto”.