“Come ha saputo della richiesta di archiviazione? Chi l’ha informata? Come ha potuto leggerla? E poi ancora, perché non ha riferito alla città il motivo della denuncia-querela a suo carico?”. Sono alcune delle domande che l’avv. Pietro Casella, legale del sig. Rana, titolare del Bar Helsinki, pone all’ex sindaco Francesco Spina, che ieri ha diffuso la notizia della richiesta di archiviazione, presentata al Tribunale di Trani da parte del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica, della denuncia presentata dai titolari del Bar Helsinki nei suoi confronti (leggi qui). A questo proposito l’Avv. Pietro Casella, nella sua replica, ha fatto sapere che il suo assistito intende proporre opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero. Ma procediamo con ordine. Ecco le domande che il legale rivolge direttamente a Francesco Spina.

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COME HA SAPUTO DELLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE? “Come lei ben sa, da collega, l’indagato -cioè lei-, se non vi è opposizione alla richiesta di archiviazione da parte della persona offesa – cioè il mio assistito sig. Rana-, non ha diritto di essere informato della richiesta di archiviazione e del relativo decreto di archiviazione, potere questo solo spettante al Giudice per le indagini Preliminari. Lei, quindi”, chiede Pietro Casella, “come ha saputo della richiesta di archiviazione? Chi l’ha informata? Come ha potuto leggerla? Ovviamente, lei sapeva di essere indagato, e certamente i suoi difensori potevano monitorare il procedimento e rivolgersi agli uffici del Pm, ma non ricevere o conoscere il contenuto della richiesta di archiviazione. Notizia che lei poteva avere solo nel momento di una opposizione del Rana alla richiesta di archiviazione”.

“Orbene”, prosegue l’avvocato del titolare del Bar Helsinki, “alla data della pubblicazione del suo comunicato stampa, e mentre scrivo, non è stata ancora depositata alcuna opposizione. Lei, riferisce, di una indagine puntuale e approfondita, e dichiara essere stata valutata una infondatezza dell’atto di denuncia. Come, chi, e quando lei ha avuto conoscenza di quanto da lei scritto e asserito? Ha forse il 3 novembre già avuto accesso alle copie del fascicolo di indagine? Le chiedo, cortesemente, di rispondere alle domande formulate, per i numerosi dubbi che il suo comunicato ha suscitato”.

Come ha potuto”, incalza l’avv. Pietro Casella, “prima ancora di un decreto di archiviazione e prima ancora che scadessero i termini di una opposizione, sostituirsi alla magistratura giudicante e al diritto del denunciante, affermare quanto da lei sostenuto sulla infondatezza dell’atto di denuncia? E come ha potuto da questo evento enucleare e dichiarare la conferma dell’onestà morale e della linearità della sua attività amministrativa e sindacatura, senza aver potuto leggere le motivazioni della richiesta di archiviazione?”

“In verità, come lei sa, e diversamente da lei, per diritto processuale, il sig. Rana ed il sottoscritto difensore hanno potuto leggere la richiesta di archiviazione, che per stile deontologico e rispetto del ruolo che ricopro e delle istituzioni non desidero riportare”, sottolinea il legale. “Ma le posso garantire che dal contenuto della motivazione, quanto da lei affermato appare profondamente discutibile, pur non ravvisandosi elementi di rilevanza penale a suo carico secondo il pubblico ministero. Inoltre, per mera curiosità eziologica, mi piacerebbe comprendere, se lo volesse, perchè mai pubblica un comunicato di siffatta natura alle ore 23.05 del tre novembre?”.

OPPOSIZIONE ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE. “Le confermo, a questo punto, che una richiesta di archiviazione mi è stata notificata il 24.10.2017”, continua Pietro Casella. “Le confermo che il mio assistito, parte denunciante, intende proporre opposizione alla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero prima dello spirare dei termini previsti. Le confermo, come lei sa, che un pubblico ministero non può unilateralmente archiviare un procedimento penale. Le confermo che spetta solo al GIP il potere di firma di un decreto di archiviazione. Le confermo che non essendo ancora spirati i termini per l’opposizione, il procedimento penale in cui è indagato non è stato ancora archiviato. Forse, e verosimilmente, lei è stato leggermente avventato e precipitoso nel pronunciarsi come ha fatto e con quel tono prima ancora che si pronunciasse il competente Gip”.

“Le confermo, che solo il Gip”, aggiunge il legale del titolare del Bar Helsinki, “quale che sia la ragione in base alla quale il Pm chiede l’archiviazione, ha sempre poteri di diversa valutazione rispetto alle determinazioni del Pm: può infatti recepire o non recepire la richiesta di archiviazione. Per esempio, la recepisce, in caso di mancata opposizione. Non è questo il caso. Perché sarà proposta rituale opposizione. Può non recepirla, quando l’opposizione come lei ben sa, è motivata, oppure quando ha differenti valutazioni rispetto a quelle del Pm”.

“Le confermo, quindi, che dopo attenta lettura degli atti di comunicazione di reato a suo carico e le relative indagini espletate da nucleo di polizia tributaria di Bari a seguito della denuncia del Rana – indagini espletate con rigore e attenzione in ordine agli elementi di prova anche testimoniali forniti dal mio assistito- questa difesa intende impugnare la richiesta di archiviazione in particolar modo contestando l’interpretazione o la non interpretazione del PM sugli elementi di prova ignorati o mal interpretati”.

IL CONTENUTO DELLA DENUNCIA-QUERELA. “Come mai, vista la sua solerte e forse indebita comunicazione, non ha riferito alla città il motivo della denuncia-querela del Rana? Come mai, avendo così ampia conoscenza, non ha riferito per cosa è stato denunciato e indagato?”, chiede ancora Pietro Casella a Francesco Spina. “Essendo stato così precipitoso e forse poco rispettoso delle regole del procedimento penale, ritengo sia giunto il momento che sia il sottoscritto difensore in nome e per conto del suo rappresentato, a riferire correttamente il contenuto della denuncia e della relativa indagine”.

“Con la denuncia querela il sig. Francesco Rana ha chiesto alla procura di indagare su di un immotivato, a parer suo, e pretestuoso accanimento dell’amministrazione di Bisceglie e dell’allora sindaco di Bisceglie Francesco Spina, rivolto ad ottenere la rimozione del gazebo dallo stesso sindaco autorizzato con visto, in uno ad una campagna mediatica lesiva della immagine dell’esercizio commerciale  per atti di probabile ritorsione nei confronti del bar Helsinki”, spiega l’avvocato. “Su tale denuncia, l’Autorità ha indagato per un profilo di rilevanza penale a suo carico configurante la seguente ipotesi di reato: Art 56 e Art319 quater Codice penale per tentata induzione indebita di dare o promettere e art 323 Codice penale Abuso d’ufficio”.

“Come già scritto, il Pm non ha ravvisato elementi di profilo penale a suo carico, così avanzando una richiesta di archiviazione. Come detto, e per diritto costituzionalmente tutelato, il Rana intende contestare questa valutazione attraverso formale e motivata opposizione alla richiesta di archiviazione”, conclude Pietro Casella.