A partire dal 1° gennaio è in vigore la normativa che impone l’obbligo di utilizzo nei supermercati e nelle piccole attività commerciali di buste biodegradabili e compostabili a pagamento, dette più comunemente bioshopper.
Questi nuovi sacchetti sostituiranno i precedenti in plastica leggeri e ultraleggeri e verranno utilizzati per imbustare prodotti alimentari quali carne, salumi, pesce, frutta e verdura. Il costo delle shopper biodegradabili, a carico dei consumatori, varia intorno ai 2/3 centesimi a sacchetto e dovrà, per legge, essere riportato anche sullo scontrino. Questo ulteriore passo in avanti, finalizzato alla tutela dell’ambiente e al contenimento dell’inquinamento da plastica, mira, inoltre, a garantire una perfetta igiene durante la spesa giornaliera. A questo proposito, la normativa prevede che le buste, una volta acquistate, non potranno essere riutilizzate per una spesa successiva poiché si vuole tutelare l’esercente e soprattutto il consumatore da tossinfezioni.
Sebbene in vigore da pochi giorni, la normativa sulle bioshopper ha scatenato un tumulto di polemiche sopratutto per via dei costi che peseranno nel tempo sulle famiglie e sulle difficili alternative da adoperare alle buste vendute ai supermercati.