Ci sono anche sei dipendenti biscegliesi tra i lavoratori della catena Mediaworld che oggi, in contemporanea nazionale, stanno scioperando a Molfetta, aderendo all’iniziativa di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Ad incrociare le braccia a Molfetta sono più della metà dei 43 dipendenti complessivi. Per garantire l’attività del punto, sostengono i manifestanti, l’azienda ha fatto ricorso all’impiego di forza lavoro di altri negozi Mediaworld della zona. Alla base della protesta, sottolineano le sigle sindacali, l’annuncio di Mediamarket (la società proprietaria di Mediaworld) “di voler chiudere la solidarietà sulle province dove ancora ci sono gli esuberi, con l’unica alternativa del trasferimento forzato”. “Inoltre”, fanno notare i sindacati, l’azienda “ha aggiunto che dal 1° maggio 2018 (casualmente la festa dei lavoratori) non applicherà più il 90% di maggiorazione domenicale e non riconoscerà più il bonus presenza. La società ha poi dichiarato il trasferimento dalla sede a più di 50 chilometri di distanza. A coronare un quadro già drammatico, i punti vendita dovranno avere la sostenibilità economica”.
I problemi sono nati tre anni fa, spiegano i sindacati, “in occasione dello scioccante annuncio di Mediamarket dei 700 equivalenti full time in esubero (circa 1000 dipendenti). Insieme si trovò la strada del contratto di solidarietà e degli incentivi al licenziamento e al trasferimento volontario; un percorso che ha portato risultati soddisfacenti e che ha ridotto gli esuberi a circa 130 full time equivalenti”.
Poi però l’azienda ha reso nota una perdita di 17 milioni di euro e la chiusura dei negozi di Milano Centrale e Grosseto, oltre alle succitate misure, tra le quali, la drastica riduzione (dal 90% al 30%) dell’aumento di paga per il lavoro domenicale.
“Filcams, FIsascat e Uiltucs si ponevano l’obiettivo di trovare un equilibrio tra le richieste dell’azienda e le esigenze dei lavoratori”, sostengono i sindacati. “Dal luglio 2017, invece, l’azienda è scomparsa e nulla di tutto questo è stato affrontato. Nonostante le sollecitazioni, Mediamarket non ha dato più disponibilità al confronto fino a febbraio 2018. Si è ripresentata quindi al tavolo senza presentare un piano industriale credibile”.
“Le lavoratrici ed i lavoratori”, puntualizzano le organizzazioni sindacali, “hanno il diritto di avere informazioni preventive sui loro destino occupazionale. E’ inaccettabile ritrovarsi, come sta avvenendo, senza lavoro nell’arco di 40 giorni (nel caso di Milano Centrale e Grosseto). Dietro ogni lavoratore c’è una famiglia con spese da sostenere, un progetto di vita, tutto questo deve essere tenuto in considerazione. Le lavoratrici e i lavoratori hanno il diritto di avere la giusta retribuzione per il lavoro che svolgono la domenica, hanno il diritto di avere degli orari di lavoro sostenibili per avere una vita privata dignitosa, hanno il dovere di svolgere la loro mansione con competenza ed essendo formati per questo”, concludono i rappresentanti di Filcams, FIsascat e Uiltucs.