Fondamento della tradizione cristiana, il giovedì santo è da generazioni uno dei momenti più importanti dei riti preparatori alla Pasqua, poiché se da un lato segna l’inizio della settimana santa, dall’altro, in netta opposizione, pone fine al periodo quaresimale. Tradizione vuole che in questo giorno, a partire dal pomeriggio sino a tarda sera, i fedeli facciano visita ai sepolcri, cioè ad altari della reposizione che richiamano e commemorano l’ultima cena.

Donati ex voto dai fedeli, i sepolcri vengono realizzati con semi di grano e legumi (piselli, lupini, fave) e richiedono una lunga preparazione. Infattiprima di essere portati in chiesa, solitamente il mercoledì santo, vengono tenuti all’oscuro per circa quindici giorni, al fine di consentire la germogliazione, e successivamente vengono decorati con fiori e nastri colorati. Le origini di questa tradizione, in realtà, non sono prettamente cristiane e vanno ricercate negli antichità. I romani, infatti, durante le feste celebrate dal 12 al 19 aprile, effettuavano già  questi particolari riti in onore di Cesare. Cristiana, però, è l’allusione dei sepolcri alla risurrezione, emblematico in questo senso è il simbolo del seme che germoglia, chiaro rimando alla vittoria di Cristo sulla morte.

Tornando alle tradizioni biscegliesi, usanza vuole che il numero dei sepolcri da visitare debba essere sempre dispari e, per i più superstiziosi, almeno di tre (Trinità), cinque (le piaghe di Cristo) o sette (i dolori della Madonna). Fatto sta che in molti si limitano a farne solo uno oppure a farne il più possibile, stabilendo in questo modo il record di quelli visitati. Immancabile, tra un sepolcro e l’altro, è il consumo di focacce e pizze, un pizzico di chiara mondanità ad una tradizione di stampo religioso. Restando in tema di superstizioni, nel passato circolava anche un detto: “Non trovare la sposa il giovedì santo”, questo perché le donne visitavano gli altari della reposizione vestite in maniera particolarmente seducente e quindi menzognera. Nonostante i sepolcri si collochino tra sacro e profano, la consuetudine di visitarli il giovedì santo è tutt’ora in voga a Bisceglie, segnale di come i biscegliesi siano ancora legati ad una tradizione secolare.