Neanche la coincidenza con il periodo di sosta pasquale, e con la Pasquetta in particolare, ha fermato le attività del plesso “Edmondo De Amicis” e di tutto il I circolo didattico biscegliese, all’insegna dello slogan “Coloriamoci di Blu… Sempre” che, tra l’altro, campeggia su due striscioni affissi all’altezza delle entrate principali dell’istituto, in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, che cade come ogni anno il 2 aprile e che ha nel colore blu il suo tratto distintivo.

Le decorazioni blu arricchiscono anche l’interno dei locali dell’istituto

Lo spirito è quello di non essere consapevoli dell’autismo solo il 2 aprile, ma ogni giorno, ispirati quotidianamente dall’articolo 34 della Costituzione Italiana (che, tra l’altro, festeggia il suo 70esimo anniversario proprio nel 2018), che recita senza giri di parole “La scuola è aperta a tutti”. Ed è con queste premesse che la “De Amicis” resta attenta alle politiche di inclusione che hanno come obiettivo principale quello di far sentire i piccoli studenti parte del tutto, nel pieno rispetto delle proprie individualità.

In tal senso, sono numerose le iniziative, svolte o in corso di svolgimento durante l’anno scolastico in corso, ideate dal corpo docente con la piena adesione del dirigente scolastico Michele Bonasia e dei genitori dei piccoli alunni, dal progetto di Pet therapy, inaugurato lo scorso 9 marzo in collaborazione con l’Oasi San Felice di Bisceglie, fino all’analisi di racconti, poesie, canzoni dedicate ai temi della diversità, della disabilità, dell’accettazione di se stessi aldilà delle differenze.

In particolare, i bambini più piccoli sono stati coinvolti nella lettura animata di “Elmer, l’elefante variopinto”, racconto dello scrittore britannico David McKee, in cui è chiaro il messaggio che essere diverso dagli altri non è un difetto, ma una ricchezza, e in quella di “Martino Piccolo Lupo” di Gionata Bernasconi, la cui storia è una grande metafora attraverso cui si parla della mancanza di conoscenza dell’autismo e dell’incapacità di “vedere” il bambino, nascondendolo e nascondendosi dietro la sua diversità.

I più “grandi”, invece, hanno potuto analizzare opere più complesse, come la “Filastrocca dei diversi da me” di Bruno Tognolini, che parla proprio della ricchezza della diversità e della sua capacità intrinseca di unire, e il brano musicale “Una chiave” del pluripremiato artista Caparezza che, seppur delineando a una prima lettura un quadro introspettivo dell’artista, si apre, ad un’analisi più approfondita, a interpretazioni legate al tema della diversità come caratteristica di ogni essere umano che, però, ed è questo l’insegnamento che il corpo docente cerca di trasmettere agli alunni attraverso questo tipo di iniziative, non è e non deve essere percepita come sinonimo di incapacità.