Dopo più di 9mila chilometri percorsi da febbraio in tutta Italia Caparezza, al secolo Michele Salvemini, è tornato a casa. La tappa biscegliese dello straordinario Prisoner 709 Tour è stata senza dubbio una di quelle che l’artista molfettese ricorderà a lungo. L’arena del mare ha accolto il rapper con una grandissima partecipazione di pubblico. Dal canto suo Caparezza ha ripagato a pieno le aspettative con uno spettacolo straordinario interamente dedicato alla memoria del barlettano Claudio Daloiso, venuto a mancare pochi mesi fa, ideatore e realizzatore dell’intero progetto grafico dell’album Prisoner 709 assieme al biscegliese Alberto D’Andrea. 

Il Prisoner 709 Tour ha registrato più di 20 sold out in tutta Italia, sono stati venduti più di 125mila biglietti dallo scorso febbraio e l’ultimo album di Caparezza ha raggiunto il doppio disco di platino, ma i dati numerici non rendono neanche lontanamente giustizia a cosa sia veramente lo spettacolo portato in scena dall’artista pugliese.

Il Prisoner 709 Tour è una vera piecé di teatrodanza che rappresenta, come ha spiegato lo stesso Caparezza, “un sequel del tour invernale. Prima lottavamo per la nostra libertà e ora siamo finalmente liberi!”. Sin dagli esordi l’artista molfettese è stato molto impegnato su temi politici e sociali, con Prisoner 709 Caparezza si è spinto ancora più avanti mettendo a nudo un desiderio di libertà che si tramuta in vera e propria fuga dalle costrizioni morali e dagli stereotipi della società, condizione di libertà raggiunta appunto con la seconda fase del tour e condensata in una scaletta diversa che non segue pedissequamente il concept dell’ultimo album ma spazia nuovi successi e vecchie hit. Dall’overture di “Infinto” e “Prisoner 709”, giungendo alla molto sentita e personale “Larsen” sino alla sempre attuale “Io vengo dalla Luna”. Non sono ovviamente mancati i grandi successi come “Vieni a ballare in Puglia”, “Una Chiave” e “Ti fa stare bene”.

 Tutto questo è perfettamente reso e rappresentato nel suo spettacolo attraverso una scenografia curatissima in ogni dettaglio, coreografie coinvolgenti e mai banali. L’istrionico Caparezza è stato un perfetto narratore per le migliaia di spettatori di questo variopinto viaggio durato 22 canzoni compresi i bis “Il testo che avrei voluto scrivere”, “Fuori dal tunnel” e “Mica Van Gogh”.

Come detto in apertura straordinaria la risposta del pubblico biscegliese che ha fatto sentire all’artista tutto il calore e la passione della sua terra. Il rapporto tra Caparezza e il suo territorio è sempre stato molto forte e la tappa biscegliese del Prisoner 709 Tour l’ha confermato in maniera chiara e decisa. C’è stato un vero e forte abbraccio da parte di chi ha visto Michele Salvemini trasformarsi da Mikimix a Caparezza e diventare così uno degli artisti più rappresentativi di sempre di questo territorio.

Foto di Silvia Tolomeo e Gabriele Caruolo