“Con queste parole io vi saluto, vi ringrazio e vi dò appuntamento all’anno prossimo”. Si è conclusa ufficialmente con queste parole ieri sera, domenica 26 agosto, la nona edizione di Libri nel Borgo Antico, la kermesse culturale che attira ogni anno migliaia di visitatori e che ospita alcuni tra i più importanti scrittori italiani. Come da tradizione anche quest’anno la serata di chiusura del festival, che ha riscontrato come sempre un eccellente successo di pubblico, è stata affidata ad uno dei personaggi di spicco della cultura letteraria di Bisceglie, il giornalista e scrittore Marcello Veneziani.

Nel suo intervento a Libri nel Borgo Antico Veneziani ha preso le mosse dalla sua pubblicazione, “68 pensieri sul 68”; per concludere in maniera originale la rassegna ha fatto un’analisi sugli effetti della rivoluzione culturale del 1968, in un momento di amarcord collettivo. Dismessi i panni del serio ed infaticabile giornalista, lo scrittore biscegliese ha approfittato dello spazio lui concesso per rievocare, grazie a foto e documenti storici – nonchè ad una buona dose di ironia, la Bisceglie degli anni ’60.

Una sorta di viaggio nel tempo fatto di pensieri, immagini, colori e suoni che hanno riportato alla mente del pubblico le atmosfere che si respiravano a Bisceglie ben cinquant’anni fa. Lo zelo giornalistico di Marcello Veneziani si è concretizzato in un lungo e certosino lavoro di raccolta di documenti d’epoca nonché di testimonianze e ricordi d’infanzia sepolti nel profondo della memoria. Il risultato è stato un vero e proprio spettacolo che ha entusiasmato il pubblico di piazza Castello: si è passati dalla descrizione ironica degli usi e costumi dell’epoca all’analisi della lingua e del frasario tipico dell’epoca, nonché al richiamo alla memoria di personaggi della comunità particolarmente noti, veri mostri sacri del patrimonio culturale della collettività locale (un esempio per tutti il celebre artista di strada “Piripicchio”, divenuto poi sinonimo di “persona mal vestita” ed entrato nel lessico comune biscegliese).

A concludere il suo intervento e a dare l’arrivederci per l’anno successivo Marcello Veneziani ha scelto di proporre al pubblico, che lo ha letteralmente sommerso di applausi, questa riflessione: “Diciamo che quel paese bellissimo ed irripetibile che noi ricordiamo lo chiamiamo Bisceglie, ma in realtà il suo vero nome è ‘infanzia’, è quel paese magnifico che ci siamo lasciati alle spalle”.