“Come fregare i Professori Universitari agli esami”, un saggio ma in pratica un vero e proprio manuale scritto dal 27enne biscegliese Giuseppe Aldo Papagni. Come spiega l’autore stesso, il testo nasce con un intento ben chiaro e preciso “dimostrare a molti studenti che la vita universitaria può essere molto più piacevole di quella che si pensi, se vissuta nella giusta maniera”.
Il libro, scritto in tono semiserio, dà diversi consigli e spunti per aiutare gli studenti sotto esame “i capitoli più “caldi” del manuale offrono un metodo di studio adottabile da qualsiasi studente e anche dei trucchetti e delle strategie di linguaggio verbale e linguaggio del corpo, che permettono di guadagnare punti nella buona riuscita di un esame, divertendosi e stressandosi di meno”. Nel manuale sono inoltre presenti vere e proprie “strategie di linguaggio adottate nell’esame orale, applicate diversamente a ciascun tipo di professore (professore visivo, professore uditivo, professore tattile o cinestesico)”.
“Come fregare i Professori Universitari agli esami” non tratta però solo il momento dell’esame ma offre una visione tout court del mondo universitario dando “una serie di consigli utili, e molto divertenti, che riguardano anche le altre sfere della vita di uno studente, tutti atti a far ridurre lo stress causato dallo studio. In merito a questo”, aggiunge Giuseppe Aldo Papagni, “vengono esposti i rischi che si incorrono a condurre una vita universitaria fortemente stressante”.
Il manuale, scritto con un linguaggio molto semplice e scorrevole, ha di fondo anche una gran dose di ironia ed empatia e viene arricchito da aneddoti personali dell’autore. “Come fregare i Professori Universitari agli esami” non è però solo un libro per studenti “anche i Professori”, spiega l’autore, “possono benissimo leggerlo per ricordarsi di quando erano studenti, e, perché no, ridere delle vite scapestrate degli universitari di oggi”.
Insomma un manuale e un saggio pensato per colmare sempre di più la distanza tra docente e studente in ambito universitario e aiutare tuti a vivere più serenamente l’ambiente universitario. “Le parole di questo testo”, conclude Giuseppe Aldo Papagni, “sono piene di incoraggiamenti e suggeriscono agli studenti di guardare ai docenti come degli esseri umani esattamente come loro”.