Affida al suo profilo Facebook la personale considerazione in merito alla ‘vicenda Dell’Orco’, la segretaria cittadina del Partito Democratico Roberta Rigante e non risparmia urgenti critiche: «Non mi sorprende neppure una delle parole della consigliera Dell’Orco – scrive Rigante-. D’altra parte, quando si pescano i candidati al consiglio comunale come se si stessero facendo le liste per andare in gita, con l’unico obiettivo di frammentare quanto più possibile il voto in favore del consenso al candidato sindaco, c’è il serio rischio che in consiglio finiscano persone che della politica e dell’etica della politica non conoscano neppure l’a-b-c».

La conclusione è amara, lapidaria, definitiva: «Deridere, schernire, punire chi, invece, sta cercando di impegnarsi con serietà e competenza è il peggio che, come cittadini, avremmo potuto avere. E lo abbiamo avuto».

In seguito alla pubblicazione di questo articolo il segretario Rigante ci ha contattati per integrare con ulteriori considerazioni il suo pensiero: «La vicenda della Consigliera di maggioranza Samanta Dell’Orco è di enorme gravità e ci auspichiamo non venga dimenticata restando senza conseguenze. Dalla stessa apprendiamo, fra l’altro, che, durante le sedute consiliari, i consiglieri di maggioranza, non solo restano silenti, atteggiamento di inerzia già più volte denunciato dal Pd di Bisceglie, ma neppure prestano attenzione, scambiandosi fra loro sms e messaggi in chat. Un atteggiamento intollerabile che offende le Istituzioni e svilisce il lavoro dell’opposizione, che, invece, si impegna ad approfondire e discutere le questioni portate all’ordine del giorno. Al voto quindi, forse, i consiglieri comunali di maggioranza arrivano senza consapevolezza e senza precisa cognizione di ciò su cui sono chiamati ad esprimersi? Finalmente, poi, una voce anche dalla maggioranza a denunciare il fatto che i consiglieri comunali sono costretti di fatto a studiare gli argomenti all’ordine del giorno in brevissimo tempo: gli atti e documenti necessari, difatti, giungono ai consiglieri nel rispetto sin troppo rigoroso dei termini previsti dal regolamento del Consiglio Comunale, termini che tuttavia appaiono davvero esigui quando le questioni da affrontare risultano essere numerose e di rilevante importanza. Mettere i consiglieri comunali in condizioni di fatto più appropriate allo studio e all’approfondimento degli argomenti da trattare è auspicio che non smettiamo di alimentare: ne guadagnerebbe la cittadinanza».