La copertina del libro

Riace, il paese della costa jonica calabrese, divenuto simbolo di accoglienza in tutto il mondo, è al centro del libro che sarà presentato al Palazzo Tupputi giovedì 29 novembre alle 18:30. “Riace, il paese dell’accoglienza: un modello alternativo di integrazione”, questo il suo titolo, è stato scritto dal professore di filosofia Antonio Rinaldis, che descrive l’evoluzione del paese in questi anni. A raccontarne la sua storia nella Sala degli Specchi del Tupputi, nell’ambito della rassegna letteraria “I diritti in genere”, sarà Daniela Maggiulli. Il borgo calabrese è famoso ai molti per i bronzi di Riace, le due statue di bronzo greche rinvenute perfettamente conservate nel mare di Riace ma conosciuto a tutti anche per il suo progetto di integrazione tra comunità locale e immigrati.

Parte tutto nel 1998 con lo sbarco a pochi chilometri da Riace di profughi provenienti dal Kurdistan che trovarono ospitalità nel comune di Riace. A questo sono seguiti altri sbarchi e a poco a poco i migranti hanno iniziato ad abitare le case abbandonate del centro storico cittadino riportandolo in vita, imparando gli antichi mestieri e integrandosi ad hoc nel sistema sociale e culturale. Tutto questo grazie alla visione e alle politiche di inclusione dello storico sindaco di Riace, Domenico Lucano, nominato dalla rivista americana “Fortune” come quarantesimo uomo più influente al mondo.

Il modello Riace è il racconto di un’esperienza che può diventare un vero e proprio esempio vincente, perché gli sbarchi non sono un’emergenza ma una costante ed è opportuno proporre modelli sostenibili. 

Antonio Rinaldis, docente in un liceo liceo in provincia di Torino e docente a contratto all’Università di Milano, ha pubblicato inoltre numerosi saggi e romanzi, tra cui: “Sacro e Selvaggio in Albert Camus”, “La bellezza e il male”, “L’empietà come degenerazione nichilistica del prometeismo”, “La Parte Nascosta”, “La Cage Invisible dans l’oeuvre de G. Brulotte”, “La desesperance comme chiffre de la stance dans le théâtre de Visniec, Dialogue Francophones, “Paesaggi del sacro in Albert Camus” e ancora “Esodati” nel 2014 e “Il treno della memoria” nel 2015.