“Hackitaly è una piattaforma che noi doniamo al Partito Democratico. La doniamo a titolo gratuito al Pd che sogniamo. Il Pd di domani deve avere sezioni e tablet, piazze, marciapiedi e tablet, perche’ significa che si sarà liberarlo dagli apparati. Il Pd oggi è ancora molto condizionato e schiavo di alcuni apparati, pensate a quello che succede in Sicilia, in Calabria e in Campania. Decidono alcuni signori delle tessere e non consentono che questo dibattito poi diventi maggioranza, perché quando questo dibattito lo fa una parte minoritaria della comunita’ del PD e la parte maggioritaria in realtà è controllata dai signori delle tessere, significa che il 70-80% obbedisce”. Così Francesco Boccia, candidato al congresso del Pd, intervenendo a #aporteaperte sabato 15 dicembre alle Officine Farneto a Roma, dove insieme allo sviluppatore biscegliese Giuseppe Mastrodonato, ha evidenziato i limiti della piattaforma Rousseau.
“Noi vorremmo liberare anche quel 70-80% – ha affermato – Hackitaly serve anche a questo e serve soprattutto a sfidare nel merito la piattaforma Rousseau. Loro sono chiusi, noi opensource, noi abbiamo il codice sorgente aperto a tutti, loro ce l’hanno chiuso. Noi utilizziamo una tecnologia modernissima che ha centinaia di sviluppatori che la difenderanno come Android, loro hanno un gruppettino di programmatori, magari anche pagati perché’ sono dipendenti che cercano di tenere chiuse quelle porte. Riaprite quelle porte, perché aprire le porte è sinonimo di democrazia”.
“La piattaforma con cui sfidiamo Rousseau è una piattaforma di democrazia partecipativa open source e trasparente. La loro invece è poco trasparente, poco sicura e obsoleta, le fondamenta tecnologiche di Rousseau sono superate. E’ una piattaforma piena di buchi, il 7 settembre è stata violata per l’ennesima volta e i numeri di telefono dei ministri Toninelli, Bonafede e del vice premier Luigi Di Maio sono addirittura stati resi pubblici. Se una cosa così capitasse su informazioni ancora più riservate su rappresentanti del governo, i danni per il Paese sarebbero ancora più gravi”.
“Anche noi potremmo violarla, come abbiamo dimostrato – continua Boccia simulando l’hackeraggio di Rousseau – ma non lo facciamo solo perché sarebbe illegale e noi vogliamo sfidarli nel merito, sulla trasparenza e sulla selezione della classe dirigente. Al 21 dicembre 2017 la loro piattaforma utilizzava ancora la versione 4.31, quando invece il produttore del Cms identificava la data del ‘fine vita’ il 31 dicembre 2013. Dal 20 dicembre sono aperte le pre-registrazioni sul sito www.hackitaly.it e si potranno registrare sviluppatori, ambassadors e explorer. Questi ultimi ci aiuteranno a collaudare la piattaforma prima del lancio ufficiale”.
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