Tre macro-aree incentrate su cessione dell’attività, razionalizzazione finalizzata a tagliare gli sprechi e riorganizzazione del personale, revisione dei ricavi. Il tutto a fronte di una massa debitoria che si aggirerebbe intorno ai 550 milioni di euro. È il contenuto del programma dell’Amministrazione Straordinaria della Casa Divina Provvidenza depositato dal commissario straordinario dell’Ente, Bartolo Cozzoli, presso il Ministero dello Sviluppo Economico. A riferirlo è il consigliere regionale Filippo Caracciolo (Pd) al termine della seduta della III Commissione (Sanità) della Regione Puglia, tenutasi il 6 ottobre, in cui c’è stata l’audizione del commissario Cozzoli.

“La prima riguarda la cessione dell’attività”, spiega Caracciolo. “Il Commissario ha comunicato di aver iniziato un’opera di revisione dei contratti in essere rispetto ai quali ha registrato anomalie. Tra le azioni già realizzate il Commissario ha rivisto e portato a scadenza biennale alcuni contratti che avevano scadenza ventennale o trentennale. In accordo con gli appaltatori si è proceduto ad un taglio lineare di circa il trenta per cento dei corrispettivi. Sono stati altresì risolti alcuni contratti ‘anomali’”.

“Nella seconda macro-area rientra anche la questione della riorganizzazione del personale: il programma di esuberi presenta ancora un numero variabile”, continua il consigliere regionale del Partito Democratico. “L’ultima parola sarà posta dopo la presentazione del piano industriale a carico di chi deciderà di acquisire le attività dell’Ente. Al momento per dare l’idea della gravità della situazione in cui versa la Casa Divina Provvidenza la massa debitoria si aggira intorno ai cinquecentocinquanta milioni di euro: l’obiettivo dovrà passare per forza di cosa dal pareggio di bilancio. Non si può escludere, secondo quanto affermato dal Commissario nel corso dell’audizione, una riduzione del numero di personale infermieristico”.

“La terza macro-area riguarda la revisione dei ricavi dell’ente”, aggiunge Caracciolo. “Per questo punto si rende necessaria una migliore interlocuzione tra la Casa Divina Provvidenza con la Regione Puglia e le Aziende Sanitarie Locali. Tra le azioni da porre subito in essere la Regione Puglia può ad esempio ridefinire le tariffe per i pazienti ortofrenici, seguendo l’esempio della Regione Basilicata. L’assessore alla Sanità è apparso piuttosto cauto spiegando di dover subordinare tale misura all’ulteriore definizione del riparto del fondo sanitario regionale mentre si è impegnato ad introdurre il tema nel documento di indirizzo economico e finanziario con cui sarà determinato l’impegno delle risorse da ridistribuire alle Asl”.