Il prossimo 31 gennaio giungerà in città, mediante il progetto Corridoi Umanitari di Caritas e Comunità di Sant’Egidio, un gruppo composto da sei / nove Eritrei, al momento tre sono dispersi, che provengono da uno dei più grandi campi profughi dell’Etiopia, un campo di oltre 50.000 persone. In Etiopia attualmente sono “ospitati” circa 850.000 rifugiati. Il nucleo sarà ospite della struttura Caritas dei Cappuccini

La macchina dei volontari biscegliesi si è già messa in moto: i nove etiopi, che dovrebbero essere cattolici, appartengono ad uno stesso gruppo familiare, formato da una coppia di trentenni con una bimba di pochi anni e un figlio preadolescente e un altro diciassettenne, più altri fratelli e sorelle dei genitori: non ci sono al momento dati più precisi. Inoltre saranno accolti a Fiumicino dal direttore della Caritas Diocesana, don Raffaele Sarno, dal responsabile cittadino Sergio Ruggieri, dai mediatori culturali Ibrahim e Francesco e da tre volontarie Caritas. 

In città saranno accolti da tre famiglie tutor (Sergio e Liliana, Gianni e Gabriella, Piero e Valeria) e si occuperanno di accompagnare il percorso di integrazione sociale, scolastica e lavorativa di ognuno sul territorio garantendo servizi, corsi di lingua italiana, cure mediche adeguate. L’accoglienza più ampia, però, prevederà l’intervento di parrocchie, famiglie e istituti religiosi e l’utilizzo dei locali arredati presso i Cappuccini. Si vuol far sperimentare quello che finora è stato loro negato: vicinanza e solidarietà. 

“Questa operazione”, ha spiegato Michele Stornelli, responsabile della struttura dei Cappuccini, “dimostra come, grazie alla cooperazione tra realtà ecclesiali, come Caritas, Sant’ Egidio, e istituzioni, sono possibili percorsi legali per affrontare i drammi dell’umanità.  “Esiste”, ha evidenziato, invece, Sergio Ruggieri, responsabile della Caritas cittadina, “un’alternativa allo sciacallaggio economico e pseudo – politico e spera di vedere vicina, concretamente, l’Amministrazione Comunale. Intanto si ringraziano quanti, cattolici e non, continuano a sostenere la Chiesa grazie all’8×1000 e ne accompagnano l’impegno quotidiano accanto ai più poveri. Ma ancor di più ed anticipatamente si ringraziano coloro che, durante l’anno in cui durerà il progetto, accoglieranno i profughi nelle famiglie, nelle parrocchie, nei gruppi organizzati favorendone la socializzazione, l’acquisizione della lingua e l’avvio all’autonomia della vita quotidiana. Vista la generosità di cui ha dato prova la cittadinanza durante tutte le iniziative poste in atto dalla Caritas, si è certi che anche in questa nuova sfida non mancherà l’apporto fattivo di tutta la comunità cittadina. E se i profughi saranno accolti con una dotazione iniziale di arredi e necessario per la casa, l’abbigliamento e l’igiene, molto sarà necessario per il mantenimento degli ospiti nel lungo anno fin quando non saranno divenuti autonomi. Il progetto metterà concretamente alla prova il nostro essere cristiani e siamo sicuri di ricevere una collaborazione entusiastica e fattiva”. “Già il gruppo giovani della parrocchia di san Pietro si è impegnato ad accogliere gli adolescenti tra loro”, ha concluso Michele Stornelli. “Sicuramente le altre parrocchie non faranno meno: tutti sanno che i corridoi umanitari sono totalmente autofinanziati dalle associazioni che li hanno promossi.”