Una nutrita platea ha accolto ieri sera, 27 gennaio, nella sala degli Specchi di palazzo Tupputi, Giuseppe Civati che ha presentato il suo ultimo libro “Liliana Segre. il mare nero dell’indifferenza”, edito dalla casa editrice People. L’iniziativa, curata dalla sezione Fidapa di Bisceglie con il patrocinio del Comune, è stata realizzata in occasione del Giorno della Memoria per riflettere sul nostro tempo, facendo memoria, per l’appunto, degli avvenimenti trascorsi. Moderatrice dell’incontro è stata Caterina Bruni.
L’autore ha tessuto una riflessione, partendo dagli interventi e dalle interviste di Liliana Segre, fili di una trama che ha affidato al pubblico come monito politico e culturale. Parole e discorsi che Giuseppe Civati ha riportato integralmente nel testo per rendere il più fedele possibile la testimonianza di Liliana Segre. Quest’ultima, nominata senatrice a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”, ha incontrato oltre duecentomila ragazze e ragazzi, “nipoti ideali” – come li ha definiti la stessa Segre – affinché il Giorno della Memoria non sia un melenso evento commemorativo, bensì un momento in cui si rifletta sull’identità e sul ruolo dell’Europa, così ferita e fragile. Un momento in cui è necessario comprendere l’urgenza storica dell’accoglienza e dell’incontro con l’altro. La Segre ha sollecitato, inoltre, i ragazzi a essere padroni di se stessi, valutando con la propria ragione. E così quel 1° maggio 1945 Liliana Segre ha scelto la vita, assaporando un’albicocca secca, piuttosto che raccogliendo una pistola. Ha scelto di essere vittima e non carnefice. Ha scelto di curare le menti e i cuori, opponendo l’amore all’indifferenza, definita da lei stessa peggiore dell’odio e della violenza.
“Parole d’odio che diventano dittatura e poi sterminio”, ha dichiarato la Segre a Marco Damilano. Proprio per questo motivo, in qualità di senatrice a vita, ha promosso un progetto di legge contro forme di hate speech presenti in rete. E quel mare nero dell’indifferenza, oggi, è attraversato da barconi traboccanti di storie e di sogni, ogniqualvolta in cui, però, lo sguardo è rivolto altrove e sentiamo di essere al sicuro nelle nostre mura domestiche, ritenendo che qualcun altro possa agire al nostro posto, stiamo uccidendo quelle storie e quelle vite. Ed è proprio qui l’attualità del Giorno della Memoria. Ritrovare la capacità di indignarsi di fronte a tale brutalità.