Il consigliere comunale di opposizione Francesco Spina ha presentato un’interrogazione consiliare sul tema igiene urbana e nello specifico “sull’affidamento diretto del servizio, decima proroga (dal febbraio 2018 al 31.08.2019) per complessivi 11milioni 400mila euro attraverso affidamento diretto alla stessa ditta esclusa dal servizio”.

Nelle premesse della sua interrogazione Spina sostiene che “il sindaco del Comune di Bisceglie ha dato atto che “è in corso di svolgimento una gara ponte” per l’affidamento del servizio di igiene urbana” e che “la gara sarebbe stata indetta con determina dirigenziale del dirigente dell’Ufficio tecnico comunale”. Sempre secondo il consigliere di minoranza ad oggi l’atto di gara non risulterebbe ancora pubblicato e inoltre “lo stesso Sindaco Angarano ha votato uno specifico ordine del giorno che richiamava l’inderogabile competenza del consiglio comunale per l’approvazione della proposta di convenzione da mettere a gara avente ad oggetto il servizio di igiene urbana”. Spina sottolinea anche come l’ordinanza di affidamento del servizio ad Ambiente 2.0 non “dà atto di alcuna offerta (e dell’eventuale loro contenuto) delle ditte invitate a partecipare alla negoziazione indetta dell’Amministrazione comunale” e che “il canone viene confermato interamente senza far riferimento alle tante controprestazioni previste precedentemente in favore del Comune da parte del gestore (meno servizi con canone identico)”.

Per tutte queste motivazioni il consigliere di opposizione ha chiesto all’amministrazione comunale: “se il Sindaco abbia espresso indirizzo affinché il capitolato di gara venga approvato con determinazione dirigenziale e non con deliberazione di consiglio comunale e le ragioni per cui, in ogni provvedimento di affidamento diretto, codesta amministrazione dia falsamente atto di aver indetto procedure di gara che non risultano, invece, assolutamente iniziate e pubblicate”, e di conseguenza “se esista o meno la determinazione di indizione gara n.49 dell’Ufficio tecnico comunale in violazione della competenza di legge del consiglio comunale, adottata eventualmente contro la volontà unanime manifestata dal consiglio comunale di Bisceglie nell’ultima seduta”.

Francesco Spina domanda anche se “nel caso in cui l’asserito inizio della procedura di gara sia stato frutto di un mero errore, Il sindaco voglia adottare immediatamente, nell’esercizio dei suoi poteri di autotutela, l’annullamento dell’ordinanza viziata dal falso presupposto e l’eventuale riadozione della stessa”. Spina prosegue ancora chiedendo se “la gara sia stata effettivamente indetta, perché sia stato previsto il termine lungo di 6 mesi (quasi una gara ponte), in violazione della costante prassi e della unanime giurisprudenza amministrativa che stabilisce che tale ordinanza sindacale non può essere adottata per conferire assetto stabile agli interessi coinvolti che deve essere perseguito attraverso procedure ordinarie e nel rispetto dei diritti e delle regole previsti dall’ordinamento”. L’ex sindaco vuole inoltre sapere se “le imprese invitate alla negoziazione abbiano formulato offerte, più o meno convenienti, rispetto a quella della “prescelta” e se esistano verbali della negoziazione” e anche “se codesta amministrazione avesse previsto modalità particolari per consentire ad altre imprese eventualmente prescelte, tra quelle invitate, l’organizzazione e l’inizio del servizio in sole 48 ore (dal 26 al 28 febbraio), atteso il termine breve (48 ore) concesso alle imprese invitate”.  Sempre sulla metodologia adoperata per arrivare al nuovo affidamento ad Ambiente 2.0 Spina solleva altri interrogativi “perché non si è proceduto con sorteggio dalla “White list”, secondo le linee ANAC già indicate dalla minoranza durante l’ultimo consiglio comunale, all’individuazione delle ditte?”.

Infine Francesco Spina vuole vederci chiaro anche sulla questione economica dell’affidamento, il consigliere di opposizione chiede infatti “quale sia il contenuto della convenzione che sarà sottoposta per la formale sottoscrizione alla ditta prescelta a fronte dei circa 600 mila euro mensili e se sono previste le “migliorie” in favore del comune di cui al vecchio capitolato, a cui sicuramente il sindaco avrà fatto riferimento nell’interesse economico e ambientale della città”, ed infine “nell’eventuale assenza di tale riferimento, come sia stato determinato il canone, stante l’assenza di un qualsiasi progetto di servizio allegato all’ordinanza del sindaco, simile ad una cambiale in bianco in favore dell’impresa (gli unici riferimenti certi di carattere contrattuale che ha citato il sindaco nell’ordinanza sono il canone mensile di 600 mila euro e la durata di 6 mesi)”.