Non lascia spazio alle interpretazioni il duro affondo lanciato dal deputato del Movimento 5 Stelle andriese Giuseppe D’Ambrosio al suo collega biscegliese Davide Galantino: “Si può dimettere. Nessuno se ne risentirà”. Il motivo dell’attacco di D’Ambrosio ad un membro del suo stesso schieramento è da far risalire alle dichiarazioni rilasciate da Galantino sul caso del Pentastellato Marcello De Vito, Presidente del consiglio comunale di Roma, arrestato con l’accusa di aver intascato tangenti.

“È una gogna vergognosa”, ha dichiarato all’Adnkronos Galantino, “siamo tornati al Medioevo… Solidarietà per un uomo che non può difendersi”. Galantino ha proseguito aggiungendo “stamani ho la nausea. Non certo per l’arresto di Marcello De Vito, chi lo conosce tra noi lo descrive come un incorruttibile. Ho la nausea per l’accanimento di certi soggetti”. Il deputato biscegliese ha affermato con grande determinazione: “il M5S non si sostituisca alla magistratura. Eppure De Vito è già fuori dal M5S, senza che si sia nemmeno difeso, senza che il collegio dei probiviri si sia pronunciato. Magari è in carcere per errore ma è già stato messo alla gogna, come Zingaretti”.

Una presa di posizione sicuramente ben distante da quella che è stata la linea del Movimento 5 Stelle sul caso De Vito, dichiarazioni che hanno stupito e non certo piacevolmente i colleghi di partito. L’andriese Giuseppe D’Ambrosio, attraverso il suo profilo facebook, ha commentato così le parole di Galantino:  “le ultime dichiarazioni del collega deputato biscegliese Galantino ci lasciano davvero senza parole. Se vuole, per affermare nei fatti i concetti che esprime può andare nel Pd, anzi lo invitiamo proprio ad andare nel Pd o in Forza Italia, insomma in qualsiasi altro posto che non sia il Movimento 5 Stelle. Negli altri partiti”, prosegue l’esponente M5S andriese, “potrebbe trovare il luogo che cerca, dove i propri indagati e i propri arrestati vengono protetti, tutelati ed a volte persino coperti. Noi siamo un’altra cosa, abbiamo il nostro dna che si fonda su un principio molto chiaro: la questione morale. Se Galantino è contrario a questi principi, è contrario al Movimento 5 Stelle stesso, quindi può farsi da parte”. Poi la lapidaria conclusione di D’Ambrosio “per coerenza, visto che è stato eletto con i voti del Movimento 5 Stelle, conoscendo prima ancora di candidarsi i nostri valori, si può dimettere. Nessuno se ne risentirà”.