Questa mattina la città di Bisceglie ha ricordato la figura di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta che morirono nel tentativo di difenderlo dall’assalto dei terroristi delle Brigate Rosse. Nel giorno in cui si celebra la giornata in memoria delle vittime del terrorismo, il sindaco Angelantonio Angarano, il presidente del Consiglio comunale Gianni Casella, numerosi rappresentanti delle forze politiche di maggioranza e opposizione, assieme alle autorità militari e religiose ed alla presenza degli alunni della scuola secondaria di primo grado “Battisti-Ferraris” e dell’IISS “Giacinto Dell’Olio”, si sono ritrovati sotto la lapide dedicata ad Aldo Moro, all’inizio dell’omonima via, per poi spostarsi in via Martiri di Via Fani. In questi luoghi, proprio sotto le lapidi commemorative, sono state deposte delle corone di alloro in omaggio ai caduti.
“Aldo Moro è lo statista per eccellenza. Il suo pensiero e la sua esperienza politica sono riferimento costante”, ha detto il sindaco Angarano nel suo saluto istituzionale. “Moro era sensibile alle istanze dei giovani, seppe guardare al futuro con lungimiranza, anche a costo di scelte impopolari, come uno statista deve fare. L’estensione della scuola dell’obbligo ne è una dimostrazione. Moro sapeva bene che solo con la cultura e lo studio si potesse creare sviluppo e il presupposto per la convivenza civile. Come diceva Caponnetto, la mafia teme più la scuola della giustizia, l’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”, ha continuato il sindaco, ricordando anche l’uccisione di Peppino Impastato, avvenuta, come quella di Aldo Moro, il 9 maggio del 1978. “L’omicidio di Aldo Moro rappresentò il massimo attacco allo Stato e alle sue fondamenta di democrazia, libertà e giustizia, che ci furono donate con enormi sacrifici e che oggi dobbiamo tutelare ogni giorno con l’impegno civile e politico. Solo in questo modo restituiamo valore pieno a giornate come quella di oggi, che non devono limitarsi alla memoria ma devono essere occasione di riflessione”. Un pensiero il sindaco lo ha poi rivolto agli uomini della scorta che morirono durante il rapimento dello statista: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino e Giulio Rivera. “Persero la vita mentre compivano il loro dovere con senso di attaccamento allo Stato e alle Istituzioni. Il loro doveroso ricordo è lo spunto per ringraziare le forze dell’ordine che con abnegazione lavorano ogni giorno per tutelare la nostra sicurezza”, ha concluso il primo cittadino di Bisceglie.
Nelle due cerimonie, accompagnate dalla liturgia della parola officiata da Mons. Giovanni Di Benedetto, è intervenuto anche Berardino Cozzoli, sindaco di Bisceglie all’epoca del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro. Cozzoli ha parlato del legame di Moro con Bisceglie e delle sue visite nella nostra città. L’ex primo cittadino ha poi descritto i concitati momenti in cui si apprese del sequestro avvenuto il 16 marzo del 1978, giorno in cui era in programma un consiglio comunale, e ha raccontato dell’intitolazione della via, con un iter rapidissimo.