È toccato al comico Giovanni Cacioppo aprire (“e speriamo che non sia anche la chiusura”, ha scherzato) la settima edizione della rassegna teatrale Scena84 del Teatro Don Luigi Sturzo diretto da Tonio Logoluso (“Il palco regge, vero? Ci è salito già qualcuno sopra?”). Una edizione che ha come tema la libertà e che per questo non poteva che aprirsi con uno spettacolo liberatorio, per “scagliare la prima pietra” attraverso la derisione di se stessi, delle bassezze di cui addirittura ci vantiamo e delle piccole furbizie che nascondono sempre più spesso atti di vigliaccheria. E se è vero, come scriveva Daniele Luttazzi, che la risata scatta non per l’idea, ma per la tecnica con la quale viene eseguita la battuta, allora quella del siciliano Giovanni Cacioppo è una tecnica infallibile, che riesce a strappare una sonora risata anche quando la “punch line” viene indovinata prima della fine della freddura, addirittura anticipata dal pubblico in sala.
Una battuta è quindi un racconto in miniatura, in cui distinguiamo una trama, che contiene in sé una risata latente, e una struttura, che è la maniera attraverso la quale il comico estrae quella risata latente dalla trama e la lascia esplodere. I luoghi comuni sono sempre gli stessi dai tempi del “cittadino Cacioppo” di Mai Dire Gol: la poca (anzi, nulla) voglia di lavorare, l’arrivismo, la capacità di adattarsi ad ogni cosa (anche alle leggi dei politici: “esiste un controgoverno che lavora incessante per fregare quello ufficiale”), le vicissitudini fantozziane che si è costretti a sopportare per risparmiare qualcosa (l’epopea dei voli low cost) e la smania di apparire ad ogni costo (“se anziché spendere soldi per un redditometro, dessero all’Agenzia delle entrate la possibilità di analizzare i nostri profili social, ci ritroveremmo a pubblicare solo foto di panini con la mortadella e birra Dreher, altro che scatti al tramonto in spiaggia ad Ibiza”).
Quello di Cacioppo è uno spettacolo informale, in cui il comico sembra essere capitato sul palco per caso e con scarsa voglia di esibirsi (“se è vero che si lavora per mangiare, oggi, ve lo confesso, ho già cenato”). E allo stesso modo finisce, con una nuova tecnica sviluppata da Cacioppo stesso, “presidente dell’associazione nazionale dei comici che si oppongono al bis”, ovvero quella del coito interrotto. “Me ne vado quando la gente sta ancora ridendo”.