“Dopo quella di Italia Oggi ecco che giunge puntuale anche la classifica sulla qualità della vita della province italiane de Il Sole 24 Ore. Una triste riconferma per la Provincia di Barletta-Andria-Trani dove la qualità della vita continua ad essere pessima, con il posizionamento al 93° posto sul totale di 107, per Affari e Lavoro”, laconico e netto il commento del presidente Unibat, Savino Montaruli, sulla classifica stilata dal Sole24Ore sulle province italiane e la qualità della vita riscontrata (seguendo 90 criteri tra salario, ambiente, sicurezza, ecc…) nei diversi territori.

“Un posizionamento drammatico che induce ad alcune ulteriori riflessioni”, spiega Montaruli, “Non c’è molto da aggiungere ai dati crudeli che riposizionano la Provincia Bat in fondo alla classifica nazionale in materia di qualità della vita e soprattutto in materia di Affari e Lavoro. I dati percentuali sulla disoccupazione nei comuni di questo territorio, a cominciare da quelli di Andria, Barletta, Trani, Bisceglie sono drammatici, a volte superano anche di dieci volte quelli registrati in altri territori come, ad esempio, quello dell’Emilia Romagna dove tale tasso di disoccupazione non supera il 5-5,5% mentre nella Bat siamo a volte ben oltre il 50%”.

“Cosa significa tutto questo?”, si chiede e chiede Montaruli, “Innanzitutto che non esistono Politiche del Lavoro; che il Lavoro viene all’ultimo posto e che le iniziative attivate dagli Enti territoriali, anche quelle pseudo propagandistiche come i vari PES CNEL, i Distretti Urbani del Commercio sciupasoldi e tutte le altre diavolerie che si inventa la politica in combine con il polisindacato, alla fine non servono a nulla se non a sperperare denaro pubblico”.

“Non servono le ruote panoramiche come non servono i fuocherelli sul mare o le aree ginniche sul lungomare. Non servono gli incubatori della creatività che guardano al passato e non conoscono futuro così come intere classi politiche e dirigenti di questo territorio, di fronte ad un dato drammatico qual è questo, diventano nullità se non addirittura dannose. Non ho null’altro da aggiungere anche se la lista delle inefficienze e dell’immobilismo sarebbe lunghissima ma tutti la conoscono molto bene”, conclude il presidente Unibat.