Anche Bisceglie aderirà, insieme ad altre 100 città italiane, alla fiaccolata di protesta indetta dal gruppo nazionale Amnesty Italia in memoria di Giulio Regeni. Domani, sabato 25 gennaio – a quattro anni esatti dalla scomparsa del ricercatore friulano – anche piazza San Francesco sarà illuminata dai fuochi delle fiaccole di tutti coloro che chiedono a gran voce verità per Giulio Regeni. La manifestazione inizierà alle ore 19.
“Quattro anni senza Giulio” l’evocativo nome dell’iniziativa. Il 25 gennaio del 2016 Giulio Regeni, studente universitario al Cairo, scomparve senza lasciare traccia; il suo corpo, ritrovato il 3 febbraio, mostrava evidenti segni di violenza riconducibili a una vera e propria tortura. Dopo quattro anni, malgrado gli sforzi condotti dai vari governi italiani e dall’intera comunità internazionale, l’omicidio di Giulio Regeni rimane ancora un caso irrisolto, anche a causa della reticenza del governo egiziano del generale Al-Sisi. Tra le tante associazioni che hanno accolto l’appello della famiglia Regeni, che continua a chiedere insistentemente di fare luce sull’accaduto e di individuare i responsabili, Amnesty International si è da subito distinta con una serie di iniziative volte a tenere viva la memoria di questo caso.
Nel corso della serata i manifestanti ripercorreranno le tappe salienti della vicenda, anche alla luce delle ultime prove emerse nel corso delle indagini. Il culmine della serata sarà raggiunto con l’accensione delle fiaccole, che avverrà alle 19,41: l’ora esatta in cui il ricercatore mandò l’ultimo Sms prima di scomparire per sempre.
«Per l’occasione», si legge nel comunicato dell’associazione, «Amnesty International – Italia, che sin da subito si è schierata al fianco della famiglia Regeni per chiedere verità e giustizia, ha promosso un’iniziativa a livello nazionale sotto forma di fiaccolata, attraverso cui poter manifestare ancora una volta la ferrea volontà di pervenire ad una verità giudiziaria che coincida con quella storica, che attesti quel “delitto di stato“, ne accerti le responsabilità individuali e le collochi lungo una precisa catena di comando».