“Caro Presidente Conte, sono un probabile ex imprenditore del mondo delle discoteche e ristorazione, ex perché a breve sarò costretto a chiudere la mia azienda, che ho costruito con tanto amore e tante difficoltà in questi anni”, piccato e laconico il messaggio rivolto da Roberto Maggialetti, patron del DF, la discoteca che ha riaperto i battenti a inizio anno in città.

“Sono uno di quegli imprenditori che ama il suo Paese ed ha investito tutto se stesso cercando di valorizzare al meglio il nostro territorio. Oggi sono deluso, deluso da uno Stato a cui non ho mai chiesto nulla, ma a cui ho solo dato, uno Stato che mi ha detto che dovevo chiudere la mia attività, ma io l’avevo già fatto perché mi reputo un imprenditore coscienzioso, che non mette a rischio l’incolumità dei propri clienti e dei propri dipendenti. Beh, dopo il suo ennesimo discorso, ho capito che per voi non esistiamo, si non esistiamo”, tuona Maggialetti.

“Sono due mesi, ormai, che abbiamo chiuso le nostre attività e mentre avete annunciato la graduale riapertura di tutte le attività, noi non siamo stati neanche considerati, come se non esistessimo, come se le 90.000 persone che vivono di questo lavoro e le 2500 aziende che fanno pubblico spettacolo, in Italia, non contino nulla”, scrive Maggialetti, “Nessuno parla del nostro settore, nessuno pensa che le nostro aziende hanno un’anima fatta di tanti lavoratori e, con tanti costi (fitti, utenze, investimenti da pagare, tasse, fornitori) e con incassi 0, non potranno resistere a lungo, non sapendo né se, né quando, né come poter riaprire. Io, come tanti altri imprenditori, non vogliamo il sostegno dello Stato, vogliamo solo poter ripartire, per poter mantenere vive le nostre aziende e mantenere i nostri dipendenti a cui teniamo tanto perché sono il pilastro delle nostre attività“, afferma il patron DF.

Se non ci fate riaprire, allora, diteci voi come chiudere senza costi per un danno non cagionato da noi imprenditori ma dallo Stato che tardivamente ha chiuso i confini quando una epidemia era già in atto e se ne dichiarava lo stato di emergenza nella Gazzetta Ufficiale di gennaio 2020. Il 28 aprile accenderò, simbolicamente, per l’ultima volta, le luci dei miei locali ed il 29 consegnerò le chiavi insieme agli altri imprenditori del mondo Ho.Re.Ca., che aderiscono al Movimento Impresa, al Sindaco e Presidente dei Comuni d’Italia Decaro affinché le consegni al Governo” e conclude firmandosi “Un imprenditore deluso, amareggiato e lasciato solo dallo Stato. In fede, Roberto Maggialetti DF”.