Nuova giornata senza contagi a Bisceglie. A renderlo noto, nel consueto bollettino giornaliero, è il sindaco di Bisceglie, Angelantonio Angarano.

“I positivi sono in totale 26, dei quali 19 in quarantena domiciliare e 7 pazienti dell’ex istituto ortofrenico ospitati nel plesso Covid dell’Opera Don Uva. In 21 sono i negativi in isolamento precauzionale. Si conferma quindi il trend delle ultime due settimane, ma è opportuna qualche considerazione su come stiamo vivendo questi giorni”.

Ricevo tante segnalazioni sull’eccessiva presenza di gente in giro”, dichiara il Primo cittadino. “Soprattutto tanti ragazzi e giovanissimi che vagano come sciami di meteore tra le varie piazze cittadine. Noi sindaci abbiamo fatto di tutto in questi due mesi per fronteggiare un nemico temibile, subdolo, vigliacco perché fiacca il nostro spirito di comunità costringendoci a rimanere in casa e ad isolarci. Lo abbiamo affrontato in maniera inedita, mai sperimentata, con poteri limitati ma sempre con equilibrio e buon senso. E tantissimi di voi ci hanno seguito, magari controvoglia, ma certamente con spirito di sacrificio. In questa fase le giustificazioni per uscire di casa sono diventate tante, così come la voglia di stare insieme. Nel mentre i passaggi per riaprire le attività si stanno delineando a livello nazionale e regionale cercando di garantire la sicurezza e le condizioni della minore diffusione possibile del virus”.

“Ma noi cerchiamo di dimostrare ancora di avere senso di responsabilità”, continua, “e spirito di solidarietà collettiva: non usciamo se non è necessario; spieghiamo ai nostri ragazzi che devono utilizzare le mascherine, magari correttamente, non come accessorio di moda sotto il mento; evitiamo gli assembramenti; i titolari delle attività dove è consentito l’asporto assicurino il rispetto delle regole, non servano al banco; i parrucchieri ed estetisti, che riapriranno a breve, non vadano nel frattempo a domicilio. Noi continueremo a controllare ma, ripeto, le giustificazioni per uscire sono tante”.

“In questo momento di ripartenza delle attività le nostre azioni dovrebbero essere dettate principalmente dal buon senso; dovrebbero essere doverose per rispetto a chi sta ancora lavorando in prima linea nella lotta al virus; dovrebbero essere riguardose verso chi ha perso un proprio caro o un amico in questa ‘guerra’.

Come sindaci, padri, cittadini e uomini”, conclude Angarano, “l’imperativo morale è solo uno: contenere la diffusione del virus con ogni mezzo a nostra disposizione. Il rischio non è solo quello di ‘bruciare’ i sacrifici fatti nelle scorse settimane ma anche quello di perdere, come collettività, una battaglia di civiltà”.