Anche a distanza di diversi giorni dal suono della prima campanella del nuovo anno scolastico, la situazione al liceo “Leonardo da Vinci” di Bisceglie continua a far discutere (ne abbiamo parlato QUI e QUI). A tal proposito, riceviamo e pubblichiamo le riflelssioni della mamma di un alunno dell’istituto biscegliese. 

“Il Liceo Scientifico di Bisceglie ad oggi vede i ragazzi frequentare le lezioni a singhiozzo, un giorno sì e uno no. La mancanza di aule, il boom di nuove iscrizioni, la minaccia del Covid hanno composto la miscela di questa bomba. Il detonatore è stato proporre i doppi turni per consentire a tutti i ragazzi di frequentare il Liceo Da Vinci senza perdere ore di lezione e rispettando le linee guida del Ministero in materia di salute pubblica. La proposta del Preside Cristoforo Modugno (recentemente congedatosi per pensionamento) ha immediatamente incendiato gli animi; si è creato un muro contro muro fra genitori, alunni e dirigente. Nessuna delle parti ha derogato ai propri diktat e alla fine il preside ha scelto la via breve: tagliare le ore di lezione amputando la didattica in presenza. La vera materia incandescente di questa guerricciola combattuta sulle spalle di questi ragazzi è per onor di cronaca, il drappello facinoroso dei genitori. Non di tutti i genitori dei nostri liceali. Ma il piccolo battaglione che muove alla conquista del turno unico mattutino, piuttosto monco, piuttosto zoppo ma unico. L’errore tattico del preside è stato di elencare a puntello del suo doppio turno, una serie di motivazioni validissime e incontrovertibili ma con un peccato originale: l’assoluta priorità della Scuola su tutte le attività pomeridiane. Corsi di musica, nuoto, danza, calcetto e basket mandati al macero per fare spazio alla scuola in presenza il pomeriggio? Piuttosto niente scuola. Piuttosto poca scuola.

Alla fine di questa guerricciola, come in tutti i conflitti, hanno perso tutti credendo tutti di vincere. Ma quello che è rimasto a terra, i miasmi di questa esplosione sono ancora lì. A ricordarci le vane promesse della politica spicciola, più aule chissà quando e chissà dove; a ricordarci che sentiamo più facile sfidare il Virus negli spogliatoi umidi delle palestre piuttosto che dribblarlo fra i banchi, coi compagni, insieme ai valorosi docenti che hanno già sacrificato un anno scolastico con la didattica a distanza. Combattere questa guerra con il Sapere era troppo arduo. Meglio nascondersi nelle proprie vite, nei consolidati ritmi quotidiani. Cosa insegneremo a questi ragazzi? Che la scuola è un tempo piccolo, sacrificabile, obsoleto. Che la Scuola, unico passaporto per la conquista dei Diritti e della Civiltà, passa per la strada dei Doveri; quella strada che a pochi piace imboccare, e che tanti si scavano da soli con tracciati personalissimi: dovere di danzare, suonare, comporre, nuotare e giocare a dispetto delle ore di lezione.

Alunni del Liceo Scientifico da Vinci, cosa vi riserverà il futuro? Chi risponderà di tutte queste ore perdute di lezione? Forse solo voi, cari ragazzi. E quando diranno che siete i figli poco eruditi della pandemia, abbiate il coraggio di rispondere che siete Nostri figli e di quello che Non vi abbiamo insegnato”.