Mettere in scena un capolavoro del teatro di prosa come Sogno di una notte di mezza estate, unendo al racconto shakespeariano le musiche del cantautore romano Alessandro Mannarino. Questa è stata l’idea, decisamente temeraria, alla base dello spettacolo ideato dall’associazione Ananke al termine del corso teatrale per ragazzi svoltosi durante il 2019. Spettacolo che ha visto debuttare alla regia il giovane biscegliese Sabino Di Tullio, da anni impegnato come attore teatrale di musical e teatro di prosa. Ad affiancarlo nella regia Mara Angeletti, presidente dell’associazione no-profit molfettese che nasce dal desiderio di promuovere la diffusione della cultura teatrale, musicale, letteraria e artistica, stimolando contatti e collaborazioni tra persone, enti e associazioni mediante l’organizzazione di corsi, workshop, allestimenti di spettacoli ed iniziative pedagogiche. 

In questo solco si inserisce la fitta attività di formazione teatrale che ha visto coinvolti numerosi ragazzi dai 9 ai 18 anni durante lo scorso anno accademico, cominciato nel settembre 2019, quando ancora nessuno poteva prevedere ciò che sarebbe poi successo nel mondo con lo scoppio della pandemia da Covid-19. Nel periodo in cui veniva pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’ormai famigerato Dpcm recante “misure per il contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica”, i giovani studenti della “scuola” Ananke avevano appena intrapreso lo studio di William Shakespeare, giunti finalmente nel tardo ‘500 dopo aver ripercorso la storia del mezzo teatrale dai suoi albori in Grecia. 

Le lezioni, condotte dallo stesso Di Tullio e divenute, dopo marzo, per evidenti esigenze esterne, “a distanza”, prevedevano un’attenta analisi dei testi del celebre drammaturgo inglese. Uno studio propedeutico alla conoscenza intima ed approfondita del lavoro di Shakespeare, indispensabile per poter anche solo immaginare di mettere in scena una sua opera. Quando, nel percorso didattico, gli studenti si sono confrontati per la prima volta con i brani tratti da Sogno di una notta di mezza estate, la decisione, preso atto dell’entusiasmo dei ragazzi, è sembrata naturale. Così Mara Angeletti e Sabino Di Tullio hanno pensato bene di cominciare a preparare già durante i mesi del lockdown, con i mezzi limitati a propria disposizione, l’eventuale messa in scena dell’opera shakespeariana che sarebbe poi avvenuta nel momento in cui le condizioni lo avrebbero permesso. 

Avendo sempre la traduzione di Giorgio Melchiori come punto di riferimento, il lavoro svolto da Di Tullio e Angeletti sull’opera è stato quello di snellire alcuni monologhi, smussando il linguaggio aulico del testo originale per renderlo più vicino a quello dei giovanissimi attori chiamati a metterlo in scena. L’idea era quello di riproporre lo spettacolo nella sua interezza, senza eliminare nulla dal capolavoro che debuttò nel 1596. “La sfida forse più complessa è stata proprio quella di dover affrontare la necessità di trovare un compromesso tra il testo originale e le nostre esigenze didattiche, dal momento che i ragazzi avevano esperienze passate nel musical e non nel teatro di prosa”, ci spiega il co-regista biscegliese. Da questa esigenza nasce l’idea di “contaminare” la lingua shakespeariana e i versi della sua opera con la musica e le parole di Alessandro Mannarino. 

Scandagliando con attenzione il repertorio del cantautore romano, i due registi hanno selezionato i brani che maggiormente potessero rispecchiare i temi trattati nell’opera di Shakespeare e fungere da rimando rispetto ai sentimenti evocati nelle scene più significative del testo, lavorando anche in questo caso sull’adattamento delle canzoni (alcune delle quali tradotte dal dialetto romano all’italiano) per raggiungere un risultato sufficientemente organico e coerente. La musica di Mannarino, quindi, anziché divenire un contrappunto “straniante” rispetto al racconto, si è rivelata uno strumento vincente per amplificare determinate emozioni e per rimarcarne l’importanza per i personaggi in scena, utilizzando le canzoni eseguite dal vivo come mezzo per raccontare in maniera “terza” le vicende.

“Io e Mara abbiamo lavorato in completa sinergia”, ci racconta Sabino Di Tullio. “Ogni scena veniva attentamente studiata da entrambi per decidere in quale modo potesse essere resa al meglio nel nostro spettacolo. Ovviamente Mara, data la sua decennale esperienza nel campo, ha avuto un ruolo fondamentale nella direzione del coro, ma la riuscita dello spettacolo, che ha anche ricevuto il patrocinio del Comune di Molfetta, non sarebbe stata la stessa senza il contributo di altre figure importanti, come Alessandra Angeletti, direttrice di palco e scenografa”. 

Gratificati dall’ottima risposta di pubblico ottenuta, adesso la squadra dell’associazione Ananke è pronta nuovamente per rimettersi al lavoro per il nuovo anno accademico. Il corso di teatro, ovviamente, ha ripreso il filo del discorso interrotto qualche mese fa e in queste settimane gli studenti hanno cominciato a confrontarsi con un altro capolavoro firmato dal genio di Stratford-upon-Avon: Romeo e Giulietta. 

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