Finalmente a casa! Per scelta non ho mai usato il mio profilo Facebook per manifestare le mie emozioni più intime e personali, limitandomi al suo uso in senso istituzionale e politico. Questa volta è diverso: ieri mi hanno dimesso dopo due settimane dall’ospedale, dove ero stato ricoverato per le complicazioni relative al maledetto COVID”. Sono le parole del consigliere comunale di opposizione, Francesco Spina, dope aver lasciato l’ospedale Vittorio Emanuele II di Bisceglie. La positività di Spina era stata resa nota lo scorso 30 ottobre (leggi qui).

“L’evoluzione favorevole e il miglioramento immediato del mio stato di salute mi consentono ora, non solo di poter rivolgere un pensiero di forte affetto e solidarietà verso chi lotta ancora con dignità e coraggio contro questo “mostro”, ma anche di manifestare la mia gratitudine verso gli straordinari operatori sanitari del nostro ospedale biscegliese, un vero centro di eccellenza nazionale per le malattie infettive e per il COVID in particolare. La macchina organizzativa costituita da medici, infermieri, OSS e assistenti in generale è di assoluta qualità e, soprattutto, dotata di grande professionalità e umanità – sottolinea Spina – tanto da far dimenticare ai pazienti le tute e le maschere che li circondano. Questa “macchina umana” lotta con ogni sforzo possibile, in condizioni chiaramente complicate, che ricordano le immagini della guerra”. 

“L’intuizione in tempi non sospetti di far diventare l’ospedale biscegliese centro specializzato COVID si sta rivelando non solo opportuna e giusta sul piano della strategia aziendale ASL e delle prospettive di sviluppo del nostro ospedale, ma anche una vera necessità di sopravvivenza per molti pazienti della nostra comunità provinciale. Non posso non complimentarmi, quindi, dopo essere stato testimone diretto dall’altra parte della barricata, che la politica spesso non vede, con il direttore generale Alessandro Delle Donne e con il direttore del presidio ospedaliero di Bisceglie Andrea Sinigaglia. Un ringraziamento sento di farlo con il cuore al Presidente della Regione e amico Michele Emiliano – continua – che mi ha telefonato ogni sera per chiedermi come stessi, preoccupato per il mio stato di salute, e che nelle ore drammatiche e di angoscia del mio ricovero ha rasserenato con più telefonate personali Patrizia e i miei figli che erano, chiaramente, impauriti e disorientati dall’incertezza della situazione e della sua evoluzione. Un ringraziamento particolare alle centinaia e centinaia di amici e conoscenti che mi hanno dato il coraggio fin dal primo momento, con il loro affetto e con i loro messaggi, per lottare con serenità e per sottopormi con umiltà e dignità alle cure e competenti terapie ospedaliere”.

Il messaggio finale va a coloro che hanno avuto la fortuna di non incappare nel “mostro”: massima attenzione e precauzioni al massimo con mascherine, distanziamento e amuchina. Non è un virus normale è un virus infido: non avevo sintomi, ma stava coinvolgendo sia pure inizialmente il sistema polmonare e solo la mia premura di sottopormi al test, pur stando già in quarantena obbligatoria per una pregressa positività di un mio collega, mi ha consentito di scoprirlo per tempo. Chi ha la fortuna di superare questi momenti ha l’obbligo di testimoniare e, soprattutto, ha l’obbligo di essere solidale nella massima espressione possibile, che è quella di donare le sacche di plasma immunizzato che possono servire a salvare la vita nei casi più gravi. Io lo farò – conclude Francesco Spina – appena i medici lo riterranno possibile, e solleciterò tutti quelli che guariscono a fare lo stesso”.