Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, ha avuto nel pomeriggio una lunga telefonata con Monsignor Giovanni Ricchiuti per scongiurare che, le sue parole sulla possibilità di anticipare la messa di Natale (LEGGI QUI), pronunciate durante una riunione interna con i Presidenti di Regione, “possano alimentare polemiche sterili”.
“Siamo nel pieno della seconda ondata della pandemia, viaggiamo su una media di 800 morti al giorno, 50 mila nostri concittadini dall’inizio della pandemia non ci sono più. Dobbiamo evitare in tutti i modi che, allargando le maglie durante le settimane che abbiamo davanti, a gennaio si possa scatenare una terza ondata. La mia posizione resta sempre la stessa: massimo rigore e rispetto delle regole che insieme ci siamo dati. Il nodo era ed è il rispetto del coprifuoco in modo da tutelare il più possibile le reti sanitarie e alleggerire il peso che grava su medici, infermieri e operatori sanitari. Con mons. Ricchiuti ci siamo ritrovati subito su un principio semplice quanto importante: la tutela della salute e la protezione della vita. E la Cei ha fatto un lavoro eccellente con il Cts sui protocolli di sicurezza per la celebrazione delle messe. Come si legge anche nel Vangelo di Marco 2.27: ‘il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato’; e anche le regole si adeguano ai bisogni dell’uomo, a maggior ragione durante una pandemia che sta facendo milioni di vittime nel mondo”. Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, al termine di una telefonata con mons. Ricchiuti, Arcivescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti.