La Regione Puglia ha già inviato al commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, le informazioni richieste sulla disponibilità di frigoriferi di stoccaggio per i vaccini anti-Covid, in grado di assicurare temperature di -70, -80 gradi, (necessarie per la conservazione del vaccino Pfizer) e fornendo i dati relativi alla popolazione target per il primo lotto di dosi che sarà somministrato. Su tutto il territorio regionale saranno individuati centri di distribuzione che assicurino la catena del freddo e che saranno pronti per la seconda settimana di gennaio, in modo da coprire la vaccinazione di quella prima fascia di popolazione che sarà decisa secondo un protocollo nazionale. La Puglia si farà trovare pronta per assicurare la migliore riuscita della distribuzione e somministrazione del vaccino, sul quale giustamente si ripongono molte speranze per il superamento della fase emergenziale.
“Il messaggio, in questo momento, deve essere ancora di massima cautela perché non siamo già fuori dalla seconda ondata pandemica”, osserva il consigliere regionale dei “Popolari con Emiliano”, dott. Francesco La Notte. “Ci sono dei segnali positivi legati al rallentamento della pressione sugli ospedali, ma questo non significa che il peggio sia ormai alle spalle. Non possiamo permetterci di organizzare una vaccinazione di massa in un contesto epidemiologico ancora critico. Tutti noi siamo chiamati alla responsabilità individuale per poter definitivamente raffreddare la curva e permettere che, agli inizi del 2021, si possa procedere in sicurezza con la somministrazione del vaccino in un contesto sanitario più gestibile”.
Secondo il consigliere regionale biscegliese, in questo momento è quindi fondamentale ridurre al minimo il numero di contagi, affinché il tracciamento sul territorio possa riprendere nuovamente a funzionare. “Questa estate il maggiore afflusso turistico, anche in termini di discoteche e spiagge, lo abbiamo avuto nel Salento, che è oggi la zona della Puglia meno colpita dalla pandemia”, afferma La Notte. “La seconda ondata non è stata innescata dal turismo, ma dalle attività di inizio autunno, come ad esempio la ripresa della scuola. Per questo bisogna essere cauti e continuare con il perfezionamento della didattica a distanza. È vero che i contagi avvengono principalmente fuori dai cancelli, sull’autobus, quando i ragazzi si riuniscono per fare i compiti, ma le aule diventano aggregatori sociali. Oggi le province più colpite sono quelle della Bat e del foggiano: è in quelle specifiche aree che il virus circola di più. Questo dato ci fa capire quanto sia fondamentale monitorare le situazioni locali e analizzarle nel loro specifico contesto territoriale. L’ampliamento dei posti letto, ordinari e in terapia intensiva, sta proseguendo anche in queste settimane, ma abbassare la guardia ora vorrebbe dire ripiombare in una situazione di emergenza e rendere più difficile l’organizzazione di una campagna vaccinale che si annuncia come la più delicata e complessa di sempre”.