“Mi ha sorpreso un po’ il comunicato stampa, formale, di stigmatizzazione di una questione che non dovrebbe stupire nessuno, fatto da (quasi) tutti i colleghi di maggioranza delle liste firmatarie: ovvero la mia sensibilità verso la difesa della laicità delle istituzioni, cosa nota da tempo a tutti”. Sono le prime parole del consigliere comunale Peppo Ruggieri in relazione alla nota dei consiglieri e assessori delle liste Il Torrione e Bisceglie Tricolore che hanno scritto al sindaco Angarano invitandolo a chiarire l’opinione dell’amministrazione comunale sulla figura di San Giovanni Paolo II e sul contributo elargito in occasione del riconoscimento dedicatogli (leggi qui). 

“Mi ha sorpreso perché il mio post, pubblicato sul mio profilo Facebook, non è stato né irriguardoso né inopportuno né tanto meno offensivo verso nessuno: è stata la descrizione di fatti piuttosto accertati e condivisi, in particolare un commento a un articolo basato su un’inchiesta giornalistica effettuata dal New York Times, fonte rinomata per la sua autorevolezza su scala mondiale. Mi ha sorpreso la scelta della divulgazione del comunicato nel giorno del consiglio.

“Mi ha sorpreso soprattutto perché non riesco a capire cosa possa aver reso necessaria una scelta del genere: o i colleghi sono ingenuamente caduti nella provocazione fatta da qualche singolo attore politico cittadino, mi sembra di capire un ex amico della propria area politica – sottolinea Ruggieri – o c’è qualche altra cosa di carattere forse più politico che io non riesco proprio a interpretare, perché non sono bravo con la dietrologia. Di certo non può destare sorpresa la mia insofferenza, che c’è stata, c’è e ci sarà: chi si stupisce adesso per le mie posizioni mi sembra fuori tempo massimo. E non posso credere che i colleghi, anche di una certa esperienza, abbiano necessità di questi pretesti per prendere le distanze da qualcosa, strumentalizzando quella che dovrebbe essere la normale dialettica interna alla maggioranza”.

“Vero è però che non ho contestato nel merito, come mi si accusa, la valenza dell’iniziativa per la quale è stato erogato il contributo – limitandomi appena a far notare l’incomprensibilità di tale scelta in un momento storico come questo – ma solo perché ero assolutamente convinto che i colleghi, anche quelli firmatari, trovassero curioso almeno quanto me il contributo a un’iniziativa che si è sostanzialmente tenuta in un altro Comune della provincia. Io di certo non chiederò al Sindaco di pronunciarsi su una vicenda sulla quale si è già espresso chiaramente, denotando peraltro una distanza rispetto alle mie idee politiche su questo tema, votando favorevolmente la delibera di Giunta 230/2020 e, l’anno scorso, quella relativa a una statua di plastica dorata. Non mi stupisco io che l’abbia fatto né si stupirà il Sindaco o la maggioranza se protesto. Di fronte ad alcune differenze di pensiero – prosegue – fisiologiche all’interno di un’ampia maggioranza, ci sono almeno altrettanti temi che ancora ci uniscono e per i quali è evidente la mia continua collaborazione”.

“Forse, non è il Sindaco che deve chiarire come viene richiesto, ma sono i miei colleghi a dover chiarire meglio cosa volessero dire con quell’inaspettato comunicato, per sgombrare il campo da messaggi larvatamente politici che, ripeto, stento a decifrare. Anche perché è evidente a tutti che il sedicente comunicato anonimo della sezione cittadina di un partito di destra, poi modificato a firma di un solo membro dello stesso, ma non si sa chi, non era di certo un attacco diretto a me; è sembrata, piuttosto, una puntata di una faida interna a una determinata area politica e che lì doveva essere risolta. Io la mia scelta l’ho fatta ed è quella di portare a termine la consiliatura con questa maggioranza, cercando di costruire la mia idea di città attraverso stimoli, proposte, iniziative e quando serve anche critiche, sempre ispirandomi a quella nozione di evidence-based policy, la politica basata sulle evidenze: che si tratti di ambiente, edilizia, salute o religione. Di fronte ai fatti, è sempre una responsabilità ignorarli”.