Un fondo regionale per l’attività di sostegno a supporto della fragilità patologica ed economica, finalizzato ad agevolare il ricorso all’istituto dell’Amministrazione di Sostegno da parte del Giudice Tutelare per le persone prive di reddito e di beni immobili. La proposta di legge prodotta dalla Terza Commissione Consiliare e promossa dal gruppo dei “Popolari con Emiliano” è stata firmata anche dal consigliere regionale biscegliese Francesco La Notte, al fine di promuovere nuove politiche sociali indirizzate alla tutela delle persone fragili.

Già nel 2018 la Corte di Cassazione ha condiviso l’orientamento secondo cui l’Amministrazione di Sostegno – introdotta nel 2004, per superare i ben più rigidi istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione – ha la funzione di «rimuovere ostacoli di natura psichica o fisica che impediscono al beneficiario di esprimere e sviluppare la propria identità». Tale Sentenza, dunque, ha attuato la volontà di «tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana».

“L’Amministrazione di Sostegno costituisce una profonda innovazione istituzionale, sociale e culturale in tema di promozione e tutela dei diritti e della dignità della persona priva in tutto o in parte dell’autonomia di agire”, dichiara il consigliere La Notte. “L’applicazione della legge del 2004 non può però prescindere dall’assunzione di responsabilità istituzionali e professionali, dall’attivazione di interventi informativi e formativi rivolti ai cittadini e il rafforzamento del sistema di rete degli interventi e servizi centrati sulla persona come protagonista nella sua specificità e nel suo contesto di vita sociale e familiare. Molte sono le persone con problemi di salute tali da impedire loro di provvedere regolarmente alla cura dei propri affari e interessi, ma non di tale entità da legittimare la loro interdizione con la conseguente perdita dei diritti”.

Secondo la proposta di legge, che sarà sottoposta in un secondo momento all’attenzione del Consiglio Regionale, ciascun Amministratore di Sostegno potrà presentare ai Comuni richieste di intervento economico della Regione sino ad un massimo di cinque procedure (se l’Amministratore non è legato da rapporto di parentela con l’amministrato). L’intervento finanziario della Regione potrebbe così essere richiesto dai Comuni di residenza del beneficiario di procedura tutelare, sino ad un importo massimo di mille euro annuo quantificato dal giudice. In termini di competenza e cassa, la richiesta è quella di assegnare una dotazione finanziaria di 250.000 euro, con copertura a valere sullo stanziamento del “Fondo globale per il finanziamento di leggi regionali di spesa corrente in corso di adozione”.