La Puglia è la prima regioni di Italia per somministrazioni di vaccino anticovid in rapporto alle dosi consegnate: ne sono state effettuate 1.012.639 su 1.098.575 dosi consegnate, pari al 92,2%. Il dato più alto tra le regioni italiane, seguito da quello del Veneto (92,1%).. Già nei giorni scorsi, Bisceglie24 aveva dato conto delle direttive del generale Figliuolo, commissario all’emergenza Covid, che chiedeva ad alcune regioni, tra cui la Puglia, di rallentare la somministrazione per evitare eventuali frenate causate da ritardi negli approvvigionamenti (LEGGI QUI). Proprio a causa della mancanza di dosi, la Regione è stata costretta a diminuire il ritmo lunedì, limitando la somministrazione nei prossimi giorni solo alle persone che hanno aderito alla campagna attraverso la piattaforma La Puglia Ti Vaccina.

Nella settimana passata, dal 12 al 18 aprile, il 76% delle prime dosi somministrate in Puglia è andato a soggetti nella fascia di età 60-79 anni, l’11% nella fascia over 80 e il 13% nella fascia under 60. La percentuale di utilizzo dei vaccini in Puglia è la seguente:

  • Pfizer/Biontech: 95.92% del totale consegnato
  • Moderna: 67.52% del totale consegnato (notificata ieri sera la consegna di altre 27.300 dosi)
  • AstraZeneca: 87.24% del totale consegnato

Per capire come sta procedendo la campagna vaccinale nella nostra regione, è utile analizzare i dati (come elaborati da Lorenzo Ruffino per Pagella Politica) sulla fasce di età.

La fascia over 80

Ad oggi, a livello nazionale, ha ricevuto almeno la prima dose l’80,6% degli over 80 e il 36,6% di chi ha tra i 70 e i 79 anni. Rimangono, però, grandi differenze tra le singole regioni. La Puglia ha superato la quota dell’80% (precisamente l’81,4%) degli over 80 vaccinati, con Lazio e Piemonte. Solo il Veneto ha superato il 90% di over 80 vaccinati, mentre sopra l’85% ci sono Basilicata, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Toscana e la provincia autonoma di Trento. Tutte le altre regioni sono ancora sotto l’80%, con la Sicilia sotto il 60% e la Calabria sotto il 65%. Il 39,7% degli over 80 pugliesi ha invece già ricevuto anche la seconda dose.

Tra gli over 80 è possibile stimare che il tasso di adesione alla campagna vaccinale – ossia la percentuale di over 80 che è disponibile a farsi vaccinare sul totale – si aggiri attorno all’85%, anche qui con differenze regionali. Se è vero quindi che in Puglia la vaccinazione degli over 80 è a buon punto, rimane comunque una quota non secondaria di persone che non sono ancora vaccinate. Avere una quota del 20% di over 80 non vaccinata è sicuramente un problema, considerando che potrebbero servire molti mesi prima di poter proteggere indirettamente anche loro grazie al raggiungimento di una immunità su larga scala.

La fascia 70-79 anni

Per quanto riguarda la fascia 70-79 anni, le uniche regioni sopra il 50% sono le due province autonome di Trento e Bolzano, mentre sopra il 40% ci sono Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto. La maggioranza delle regioni, tra cui la Puglia (circa 33% di prime dosi somministrate), è invece tra il 30 e il 40 per cento, con le eccezioni della Basilicata al 13% e Abruzzo, Calabria e Lombardia sotto la soglia del 30%. Nel dettaglio, la situazione in Puglia è la seguente:

79 anni (nati nel 1942) = 66% vaccinato con una dose
78 anni (nati nel 1943) = 65% vaccinato con una dose
77 anni (nati nel 1944) = 53% vaccinato con una dose
76 anni (nati nel 1945) = 47% vaccinato con una dose
75 anni (nati nel 1946) = 44% vaccinato con una dose
74 anni (nati nel 1948) = 28% vaccinato con una dose
73 anni (nati nel 1949) = 25% vaccinato con una dose

La categoria “Altro”

Per diverse settimane si è parlato di “milioni di furbetti del vaccino” (a livello nazionale) che avrebbero scavalcato le categorie prioritarie. Si è preso come punto di riferimento quantitativo dei “furbetti” la categoria “altro”. Adesso che quella categoria è stata maggiormente dettagliata, sappiamo invece che comprendeva principalmente persone comunque titolate a ricevere la prima dose (fascia 60-79, fragili, caregiver ecc.). La categoria “altro”, di cui si è spesso parlato con tono dispregiativo o sospetto, è stata notevolmente ridimensionata, scorporando le numerose categorie di priorità che prima includeva. Nel dettaglio:

  • Over 80: 321.167
  • Fascia 70 – 79: 111.900
  • Soggetti fragili e Caregiver: 121.249
  • Operatori Sanitari e Sociosanitari: 226.606
  • Personale non sanitario impiegato in strutture sanitarie e in attività lavorativa a rischio: 43.016
  • Ospiti Strutture Residenziali: 26.480
  • Fascia 60 – 69: 32.637
  • Personale Scolastico: 101.487
  • Comparto Difesa e Sicurezza: 21.450
  • Altro: 6.647 (lo 0.65% del totale su 1.012.639 di somministrazioni)

Il piano vaccinale a livello nazionale

Nella scorsa settimana, le singole regioni avrebbero dovuto somministrare la prima dose ad almeno il 3,5% della popolazione. Quelle che lo hanno fatto sono state circa la metà: Puglia, Umbria, Marche, Liguria, Bolzano, Piemonte, Emilia-Romagna, Sardegna, Campania, Molise e Basilicata.

La campagna vaccinale sta migliorando e il numero di somministrazioni giornaliere sta progressivamente crescendo (grazie alla maggiore disponibilità di dosi rispetto ai mesi di febbraio e marzo). È anche vero, però, che gli obiettivi fissati oltre un mese fa dal governo Draghi e dal generale Figliuolo sul numero di vaccini giornalieri sono stati già ampiamente disattesi. Il piano prevedeva infatti di somministrare in media 210 mila dosi ogni giorno nella settimana tra il 10 e il 16 marzo, 300 mila tra il 17 e 23 marzo e poi 500 mila tra il 14 e il 20 aprile.