“Il servizio di refezione scolastica, da marzo 2020, non è mai stato riattivato. Tuttavia, il servizio veniva erogato a fronte dell’acquisto anticipato di buoni per la mensa che numerose famiglie avevano già comprato, rimanendo, di fatto, con un pugno di bigliettini inutilizzabili. Nonostante i numerosi solleciti inviati dalle famiglie all’Amministrazione, non è stato mai disposto un piano di rimborso”. A denunciarlo è Marco Di Leo, esponente del movimento politico “Bisceglie D’Amare”, che riepiloga così i fatti: “A marzo 2020 scoppia la pandemia da COVID-19. Prontamente, il governo nazionale e, di conseguenza, le sue diramazioni locali impongono l’interruzione dell’attività didattica in presenza. Da quel momento in poi, a più riprese, abbiamo assistito ad un rientro parziale in classe, alla didattica a distanza, a una revisione dei turni di lezione in presenza con annessa limitazione dell’orario scolastico alle sole ore antimeridiane”.

“Ad oggi, giugno 2021, concluso anche l’anno scolastico 2020/2021, l’Amministrazione non ha ancora deliberato come rimborsare le numerose famiglie biscegliesi che hanno anticipato le somme per l’acquisto dei buoni pasto. Tali somme sono attualmente nelle casse del Comune, considerato che il pagamento alla ditta che gestiva il servizio poteva avvenire solo a pasto fruito (scansione del codice a barre su ciascun buono pasto)”, scrive Di Leo. “I Comuni limitrofi, invece, hanno avuto comportamenti più virtuosi. Si vedano, ad esempio, le soluzioni adottate da Molfetta, Barletta, Corato e Trinitapoli, che hanno provveduto ad avviare i rispettivi iter di rimborso in diversi periodi tra Maggio 2020 e Gennaio 2021”.