Cento anni fa, il 10 giugno 1924, veniva assassinato il deputato socialista Giacomo Matteotti. Non da alcuni squadristi fascisti, come spesso semplicisticamente viene ricordato, ma dal fascismo come sistema della violenza e della repressione organizzato dal proprio capo politico Benito Mussolini. Il Partito Democratico di Bisceglie, in collaborazione con le sezioni locali di Sinistra Italiana, Partito Comunista Italiano, Anpi, e con il patrocinio della Fondazione Matteotti, ha voluto approfondire il complesso ruolo culturale del politico veneto con un evento al Politeama Italia, anticipato dalla deposizione di una corona di alloro in via Matteotti a Bisceglie, avvenuta simbolicamente alle ore 16.30 del pomeriggio, esattamente l’ora in cui il deputato fu caricato in una macchina e fatto sparire.
Una preziosa occasione non solo per celebrare e ricordare la vittima, il martire, ma soprattutto per analizzare l’azione di chi si è opposto con coraggio e lucidità alla deriva autoritaria, accompagnando, anche dopo la morte, con il lascito del proprio pensiero politico, la lotta al fascismo e l’esperienza della Resistenza, fino a proiettarsi sui lavori dell’Assemblea Costituente.
È utile, ad esempio, richiamare l’articolo che veniva pubblicato il 21 settembre 1901 su La Lotta, in cui il sedicenne neo iscritto al Partito socialista scrive, con disarmante chiarezza: «Sono i nostri padroni che non vogliono che ci occupiamo di politica, perché hanno tutto l’interesse a mantenerci nell’ignoranza». È la prefigurazione del grande tema della partecipazione dei cittadini, specialmente quelli più giovani, alla vita politica attraverso l’organizzazione dei partiti. Un’attenzione ai segnali, nel suo tempo, di rifiuto della politica, e la riprovazione dei “falsi apolitici” contro cui Matteotti si scagliava già nel 1919. Un insegnamento quanto mai attuale oggi, anche alla luce dell’ultima tornata elettorale per le europee, in cui un italiano su due è rimasto a casa piuttosto che esercitare il proprio diritto di voto.
Riprese e montaggio di Angelo Ruggieri.