Il nuovo romanzo di Walter Veltroni (La Condanna, edito da Rizzoli) si cimenta con una figura tragica della storia umana e italiana in modo particolare: il Capro Espiatorio. È una storia che affonda le sue radici negli anni dell’epilogo della dittatura nazifascista quella presentata ieri sera alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie, che più volte ha ospitato Veltroni nel corso degli anni, per un evento organizzato in collaborazione con la sezione locale di Anpi e moderato dalla giornalista Maria Grazia Rongo. La vicenda terribile di Donato Carretta, direttore del carcere di Regina Coeli, linciato a Roma nel settembre del 1944 dalla folla senza un processo per la sua presunta vicinanza al regime che aveva devastato l’Italia. Attraverso le parole di un giovane giornalista incaricato oggi di rievocarne la vicenda, lo scrittore mette in scena il dramma delle condanne emesse sommariamente o basate su false notizie. 

Il supplizio di Carretta descritto da Veltroni è un’autentica Via Crucis. Solo due persone tentano di sottrarlo alla gogna. Il primo è un carabiniere: prova a farlo scappare su un’auto, che però si dilegua prima che lui riesca a raggiungerla. Il secondo è un tranviere dal nome emblematico di Angelo Salvatori: si rifiuta di passare sopra il corpo della vittima designata, che la folla ha deposto sulle rotaie per «farne salsicce», e si sottrae al linciaggio solo mostrando una tessera del Partito comunista.

Veltroni, oggi Presidente della giuria dei letterati del Premio Campiello, nel suo libro cita anche Luchino Visconti, che riprese tutto con la sua cinepresa, ma volutamente non montò le immagini del massacro, e anche l’articolo in prima pagina che il giorno dopo, su L’Unità di Togliatti, commentò il supplizio di Carretta, descrivendolo come un «potente avvertimento» ed evitando di dare giudizi sulla folla. A distanza di ottant’anni quelle forme vanno giudicate eccome, ci dice Veltroni. E il «potente avvertimento» che continuano a darci è di imparare a diffidare delle folle anonime e ancor più di chi le blandisce. Anche oggi, nel 2024. 

Servizio di Davide Sette. Riprese e montaggio di Angelo Ruggieri.