Il titolare di una struttura dedita alla ospitalità turistica, alla ristorazione e al leisure della città di Bisceglie ha indirizzato alla nostra redazione una riflessione generata da un episodio avvenuto nel corso delle stagione estiva ai danni della sua realtà imprenditoriale da parte di un cliente.

“La nostra struttura, attiva da oltre 15 anni sul territorio, il suo staff che l’ha vista nascere, crescere e maturare, quanti collaborano al benessere, allo svago, al relax dei nostri ospiti hanno da sempre a cuore la loro soddisfazione – scrive l’imprenditore biscegliese – Ognuno di noi, nella sua professione, è perfettibile e migliorabile e ogni critica costruttiva serve a crescere e a rendere il nostro agricampeggio più accogliente e ospitale. La polemica sterile, espressa per il gusto di offendere e denigrare, non ci appartiene e la rispediamo al mittente“.

Il nostro concittadino si riferisce anche a frasi che, a detta di componenti dello staff operativo della struttura, un cliente ha proferito all’indirizzo del responsabile di turno. Frasi del calibro di ‘Già è assai che ho pagato per stare qui’ e ‘Mò mi devo pure mettere le cuffia’ (la struttura è dotata di una piscina). “Si tratta di espressioni che contravvengono non solo alla buona educazione del vivere in una società ma anche alle regole basilari della quotidianità”, mette in luce il proprietario della struttura.

Ne è derivato un lungo post redatto dal cliente, tra l’altro amministratore di uno dei gruppi social cittadini più ‘popolati’ di Facebook in cui denigra la struttura, addita i responsabili di turno di aver intimato soltanto a lui di mettere la cuffia mentre ad altri clienti no, di aver avuto tempo solo un’ora per la pausa pranzo (“in realtà è la piscina a essere chiusa per un’ora e mezza nella pausa pranzo per la pulizia e il riciclo delle acque”, spiega il titolare) e facendo cattivissima pubblicità alla struttura che, in realtà, non nasce con intenti denigratori, ma solidali e di condivisione di problematiche all’urbanistica, al verde pubblico, alla viabilità, ma che è stata resa contenitore di uno sfogo dell’amministratore.

“Buona educazione e senso della regola che non tutti purtroppo hanno acquisito nel corso della propria vita sentendosi al di sopra delle parti, degli extraterrestri, dei superuomini. Soprattutto da parte di chi è portavoce di gruppi social mostrandosi invece arrogante come se tutto gli fosse dovuto e credendosi il più titolato degli influencer – mette in evidenza il titolare -. Alla luce delle accuse infondate, dei commenti dei nostri responsabili eliminato dal soggetto in questione e della diffamazione usata nei nostri confronti, la struttura, una realtà solida e non di quelle non riconosciute ma spesso promosse da chi ci denigra gratuitamente (il titolare fa riferimento a ville private con piscina aperte al pubblico a pagamento senza alcuna autorizzazione ma ben in evidenza sui social), adirà le vie legali nei confronti del cliente in questione che risponderà davanti a organi competenti delle sue dichiarazioni”.

E in conclusione: “Credo serva maggiore criterio quando si giudica una struttura, il servizio che offre, la professionalità del team. Siamo, ripeto, tutti perfettibili, ma spesso siamo nelle mani di chi, per rabbia repressa, manie di protagonismo, offende e distrugge. Avrei piuttosto accettato un confronto in loco con il cliente in questione. Occorre, a mio avviso, aprire una riflessione seria tra noi gestori di attività, con le associazioni di categoria, con gli enti istituzionali, per creare campagne di, come dire?, sensibilizzazione ed educazione alla recensione. Tutti hanno il diritto di esprimere il personale giudizio. Con obiettività, fondatezza e, appunto, educazione. Chi arriva in struttura e afferma di non dover pagare per quanto popolare in città e poi si rintana sui social per dire che non valiamo niente non meriterebbe questa riflessione, ma siccome, confrontandomi con colleghi, noto che la situazione dilaga in tal senso, lancio un appello affinché si cominci a discutere di quanto male possa fare un post infondato o comunque offensivo a una struttura operosa e al servizio da sempre del cliente”.