Si è svolta ieri sera, 6 febbraio, la tanto discussa conferenza organizzata dal “Comitato Progetto Uomo” di Bisceglie, con ospite l’avv. Gianfranco Amato, ed avente come tema “Normative emergenti sul gender: impatto culturale sulle nuove generazioni”. Auditorium di Santa Croce praticamente tutto esaurito per l’evento, massiccia la presenza di cittadini tra cui anche alcuni esponenti dell’Arcigay Bat non proprio in linea con le tematiche espresse dall’avv. Amato nel corso del suo lungo intervento.
L’evento è iniziato con le parole dell’ing. Luigi Carruezzo, presidente dell’associazione “Comitato Progetto Uomo”, che ha brevemente spiegato quello di cui si occupano lui ed i suoi attivisti. Ha preso poi parola Gianluca Veneziani, direttore del giornale “Vita”, che ha voluto ringraziare sarcasticamente SEL per le accuse di omofobia rivolte all’associazione “Comitato Progetto Uomo” ed alla conferenza. Per Veneziani è assurdo il giudicare a priori un’iniziativa senza conoscerne minimamente i contenuti. Il giornalista è poi entrato nel vivo dell’incontro introducendo il concetto di teoria di gender: “E’ un tentativo di promuovere l’idea che non esistano soltanto due identità sessuali ma che l’identità sessuale sia libera, mutabile e si possa scegliere. Secondo questa teoria esisterebbero quindi circa 70 generi sessuali, tra questi generi tra l’altro figura addirittura la pedofilia! Noi dobbiamo rispondere a questo pericolo”. Prima di passare la parola all’ospite, Veneziani si è anche detto dispiaciuto della mancata partecipazione all’evento del sindaco Spina o di qualche rappresentante dell’amministrazione comunale. L’assenza dei politici è stata oggetto di qualche velata punzecchiatura da parte del pubblico nel corso della serata.
Dopo il preambolo e la presentazione del giornalista biscegliese ha preso la parola l’ospite, l’avv. Amato. Il giurista ha dato vita ad una vera e propria arringa di circa due ore ed un quarto. Il primo argomento su cui l’avvocato si è focalizzato è stato quello del DDL Scalfarotto. Per Amato il disegno di legge è puramente liberticida ed attacca la libertà di espressione. Punti chiave della “requisitoria” dell’avvocato contro la legge in iter di approvazione sono stati i seguenti: la mancanza di una definizione di reato di omofobia e l’esistenza di altre leggi che già puniscono la discriminazione. Il primo punto è stato quello più ampiamente trattato nel corso della conferenza, l’avvocato ha paragonato il possibile reato di omofobia a quello di “pensiero antisovietico” esistente nel regime totalitario dell’ex URSS ed ha poi fatto alcuni esempi su quello che avviene in paesi dove tale reato viene sanzionato. La conclusione è che il reato di omofobia si palesa se la vittima percepisce parole ed offese come omofobe, per il giurista si tratterebbe di una visione troppo arbitraria della legge paragonabile allo psicoreato Orwelliano. Dopo aver svolto un’attenta disamina dei tre articoli del DDL l’avvocato ha spostato il focus del suo intervento sul tema principale del convegno, l’ideologia di gender. Qui Amato è stato un fiume in piena, più volte viene paragonata l’introduzione alla teoria di gender all’opera svolta dal ministero della pubblica istruzione e della propaganda nazista. In particolare l’avvocato si concentra sullo scritto “Standard per l’educazione sessuale in Europa”, secondo quanto dichiarato da Amato: “Questo documento verrà diffuso per tutti i bambini anche quelli di età compresa tra 0 e 6 anni. Secondo quanto prescritto dal testo i bambini di quell’età devono essere introdotti alla masturbazione, alla capacità di identificare i genitali, introdotti al gioco del dottore, introdotti all’ideologia di genere ovvero devono scegliere se essere maschietti o femminucce“. L’ospite della conferenza ha poi mostrato alcuni libri che introducono le figure di famiglie omosessuali ai bambini ed anche una filastrocca su una famiglia con due mamme. Durissime anche le parole sulla pratica dell’affitto dell’utero e della vendita di ovociti: “Si tratta di un vero e proprio mercimonio, dove sono finite le femministe?”. Poi il giurista cita anche un documento prodotto dal Ministero delle pari opportunità italiano per combattere l’omofobia: “Secondo quanto detto da un nostro ministero nelle scuole dovranno entrare le associazioni Arcigay come soggetti “educatori”, bisognerà promuovere il coming out degli studenti omosessuali e sarà obbligatoria anche la letteratura omosessuale”.
In conclusione l’avv. Amato ha usato forti parole per denunciare la mancanza di libertà di espressione a cui, a suo dire, sta portando il DDL Scalfarotto e l’ideologia di gender: “Dire che il rapporto tra due persone dello stesso sesso è moralmente riprovevole sarà considerato un reato, questo è qualcosa di davvero inaccettabile”.
Nel suo lungo monologo l’ospite invitato dal “Comitato Progetto Uomo” è stato più volte sommerso dagli applausi degli astanti fino ovviamente al tripudio finale. Non hanno applaudito ovviamente gli esponenti LGBT presenti in sala che hanno seguito rispettosamente, silenziosamente e correttamente il dibattito per tutta la sua lunga durata.
Un evento sicuramente ben riuscito in termini di partecipazione, che ha mostrato come una parte consistente dell’opinione pubblica biscegliese sposi appieno le tesi del presidente di “Giuristi per la Vita” avv. Gianfranco Amato.