Il Movimento 5 Stelle ha presentato, nel corso di un comizio che ha avuto luogo in piazza Vittorio Emanuele II nella serata di venerdì 15 maggio, i cinque candidati della provincia di Barletta-Andria-Trani inseriti nella lista del Movimento alle elezioni regionali del prossimo 31 maggio, a sostegno della candidata alla presidenza Antonella Laricchia. Ospiti del comizio, intervenuti nella seconda parte della serata, i senatori Lello Ciampolillo e Carlo Martelli.
Grazia Di Bari, avvocato di Andria, Paolo Nugnes, informatico di Trani, Sabino Fugetto, ricercatore all’Università di Foggia originario di Canosa di Puglia, Savio Chiariello, impiegato di Barletta e Brigitta D’Aulisa di Canosa di Puglia, impegnata nel settore della crescita delle imprese, eletti in seguito alle cosiddette “regionalie” sul sito internet del Movimento, hanno presentato al pubblico le motivazioni che hanno portato alla loro candidatura a sostegno del progetto politico della Laricchia, progetto che si concentra su temi “caldi” quali la sanità, l’ambiente, l’agricoltura e la valorizzazione delle imprese della regione, allontanandosi, secondo il modus operandi comune anche a livello nazionale da parte dei 5 Stelle, dalle logiche di partito e dalle alleanze di qualunque colore.
Particolare attenzione è stata comunque rivolta agli interventi dei due rappresentanti al Senato della Repubblica. Ciampolillo, membro dell’VIII Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) e della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, ha parlato di un’iniziativa del Movimento realizzata grazie alle politiche interne sugli stipendi dei parlamentari, che molto ha fatto discutere soprattutto negli ultimi mesi, e cioè il fondo per il microcredito. “Grazie al taglio degli stipendi, alla restituzione di una precisa percentuale di essi e delle diarie – ha dichiarato Ciampolillo – siamo riusciti a destinare ben 12 milioni di euro al fondo per il microcredito, quel servizio che consente di avviare un’impresa senza dover essere stretti dal cappio delle banche”.
Il senatore barese ha poi aggiunto, rispondendo alle critiche che solitamente vengono mosse al Movimento: “Ci accusano di non svolgere il nostro lavoro, di essere diventati fiacchi. Vi assicuro che non è così: condividiamo la stessa aula con gente come Gasparri o Giovanardi, è letteralmente impossibile non discutere animatamente ogni giorno per far valere le nostre ragioni”.
L’ultimo intervento della serata è stato curato dal senatore piemontese Carlo Martelli, vice-presidente della Commissione ambiente al Senato e membro della Commissione affari illeciti connessi al mondo dei rifiuti. Martelli, proseguendo sulla falsariga di Ciampolillo, ha parlato dell’attività del M5S a Roma: “Le lotte in aula si fanno e si continueranno a fare, sempre nel rispetto della Costituzione e dei principi democratici del nostro Paese, principi che vengono spesso disattesi da chi dovrebbe controllare ed eventualmente punire i comportamenti scorretti, e che invece si produce in una disparità di trattamento inspiegabile tra una forza politica e l’altra, quasi se tutti i mali all’interno dell’aula fossero esclusivamente originati dal Movimento 5 Stelle”.
“Quello che chiedo a voi elettori – ha proseguito Martelli – è un voto per Antonella Laricchia e per i candidati della lista del Movimento 5 Stelle per dire una volta per tutte basta alle minestre riscaldate propinate da professionisti della politica a corto non solo di ideali, ma anche di idee concrete per lo sviluppo delle regioni. Un voto per risistemare una situazione sanitaria che vede un bilancio negativo in tutta Italia, e che in Puglia soffre i danni provocati dall’ormai ex presidente Vendola“.
“Un voto, infine – ha concluso con un ultimo appello ai presenti prima di accomiatarsi – a favore di progetti concreti, come il reddito di cittadinanza, per la cui proposta di legge il solo Movimento 5 Stelle ha trovato le risorse necessarie senza prevedere aumenti di tasse, ma tagliando gli sprechi della Pubblica Amministrazione e della Difesa, e contro la ‘Buona scuola’ di Renzi e del PD che di buono non ha nulla e che rende le scuole pubbliche fortezze comandate a piacimento dai presidi col fine di tenere buona la cittadinanza, perché un cittadino ignorante è più facile da comandare”.
Dopo il comizio, la serata ha avuto la sua appendice finale con una cena di autofinanziamento che ha avuto luogo presso un noto pub della zona.