Nuovo scossone nella storia che riguarda la Casa Divina Provvidenza. I militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Bari (Nucleo Polizia Tributaria Bari), nell’ambito dell’operazione “Fuoco sacro ora pro nobis”, stanno eseguendo 10 arresti, 3 in carcere e 7 domiciliari, emessi dal GIP del Tribunale di Trani Rossella Volpe su richiesta su richiesta del procuratore aggiunto di Trani, Francesco Giannella, e della sostituta Silvia Curione, nei confronti di altrettanti soggetti accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e altri reati.

Le indagini si collocano nell’ambito del crack da circa 500 milioni di euro subìto dalla Congregazione Ancelle Divina Provvidenza, con sedi in Bisceglie Foggia e Potenza, oggi in Amministrazione Straordinaria ai sensi della legge Prodi bis. L’attività investigativa dei finanzieri è partita parallelamente alla richiesta di fallimento avanzata dalla stessa Procura di Trani nel giugno 2012, a fronte di debiti accumulati dall’ente nei confronti di vari creditori tra cui l’Inps e l’Agenzia delle Entrate. Il Don Uva di Bisceglie, che gestisce anche gli ospedali di Foggia e Potenza, è stato ammesso all’amministrazione straordinaria a fine 2013. Nell’ottobre 2013 però le autorità ecclesiastiche avevano già commissariato la congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza che gestivano gli ospedali e nominato monsignor Luigi Martella, già vescovo di Molfetta, alla guida. Diversi i sequestri eseguiti negli ultimi anni su conti riconducibili alla Divina Provvidenza. Tra questi c’è anche quello di 27 milioni intestato alla casa di procura, considerata la “cassaforte” dell’ente.

Maggiori dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso l’Ufficio del Procuratore Capo del Tribunale di Trani in tarda mattinata.

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