“Sapevamo tutti quanto marcio sgorgava da quelle mura. Ma non eravamo riusciti ad immaginare a che punto potesse arrivare la drammatica volgarità del feudo. Un feudo che oggi ha il nome di un senatore ma che per quarant’anni ha visto succedersi capi e capetti politici di ogni risma. Ras, locali e non, che hanno istituzionalizzato un brutale assalto alla diligenza invece di costruire un ente di cura. È pur vero che non c’è limite all’orrore”. Commentano così gli esponenti locali di Sinistra Ecologia Libertà il terremoto giudiziario che sta riguardando la Casa Divina Provvidenza.
“Sarà più semplice, alla luce di tutto questo, capire perché Nichi Vendola e la Regione Puglia avevano scelto di non scendere a patti con l’Ente e non esaudire le richieste di adeguamento delle rette e aggiornamento delle tariffe, per cui più volte ci sono stati sollevamenti, da parte di dipendenti e organi amministrativi, per quanto la sorte dei lavoratori onesti e dei loro stipendi rappresentassero una questione di massimo rilievo”, proseguono i membri di Sel Bisceglie. “Erano anni che si era tutti a conoscenza dell’assoluta anomalia nella gestione della Case di cura Divina Provvidenza, tanto che fu proprio la Regione Puglia a sottoporre all’ente il suggerimento di richiedere l’amministrazione straordinaria per le grandi imprese”.
“Quel che più addolora è pensare all’uso e abuso corrotto di una struttura nata sotto un cielo di principi umanitari. Un gravissimo danno, come ha sostenuto Nichi Vendola, per quegli ammalati particolarmente fragili che proprio nel Don Uva avevano trovato una possibilità di ricovero e di assistenza”, si legge ancora nella nota di Sinistra Ecologia Libertà. “Insieme al nostro neo-eletto consigliere regionale, Mimmo Santorsola, agiremo in sede del nuovo consiglio per dare supporto sia alla magistratura per permettere di stanare ogni traccia di illecito compiuto in questi anni sia all’amministrazione straordinaria per dare un nuovo corso di rinascita all’istituto finora depredato”.
“Al di là della ricerca e punizione dei responsabili, che comunque dovranno rispondere di questa tragedia, coviamo la speranza che il Don Uva possa risorgere, come una fenice, e tornare a svolgere quella missione, per la quale era nato, e cioè di cura, all’assistenza, alla riabilitazione, alla risocializzazione, alla difesa ed alla sorveglianza delle persone nelle quali è presente una compromissione delle facoltà intellettive superiori, in special modo verso i neuropatici, i minorati psichici e anche i lungo degenti”, concludono gli esponenti di Sel Bisceglie. “Auguriamo infine buon lavoro a Dario Stefàno, che, siamo sicuri, saprà guidare l’Assemblea e la Giunta per le immunità in merito all’esame della richiesta di arresto del senatore coinvolto con la stessa competenza e serietà con cui ha affrontato il caso Berlusconi”.