Il Senato ha rispinto, con 189 “no”, 96 “sì” e 17 astenuti con votazione avvenuta a scrutinio segreto, la richiesta di arresto ai domiciliari del senatore Antonio Azzollini (Ncd) formulata dalla Procura di Trani nell’ambito dell’inchiesta sul crack da 500 milioni di euro della Casa Divina Provvidenza. L’aula ha così sovvertito la proposta della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama, presieduta da Dario Stefano, che l’8 luglio scorso aveva espresso parere favorevole alla richiesta avanzata dal Gip, non avendo ravvisato fumus persecutionis.
“Sono soddisfatto” ma prima del voto “non avevo nessuna convinzione, avevo fiducia nelle mie argomentazioni“, ha dichiarato a caldo Azzollini non nascondendo la sua soddisfazione davanti ai microfoni e ai taccuini della stampa. “Questa notte ho dormito poco, ma ho dormito tranquillo. Io sono abituato a fare il mio dovere. Centinaia di senatori hanno potuto ascoltare le cose, penso che l’elemento determinante sia la conoscenza degli atti. Non sapevo nulla dell’indicazione data dal capogruppo Pd, Luigi Zanda, di votare secondo coscienza. Se è andata così, ha fatto bene, è una regola che vale sempre in questi casi. Un mio ritorno alla presidenza della commissione Bilancio? “Mi sono dimesso, sono una persona seria”.
“Il voto segreto ha consentito una valutazione secondo coscienza”, ha commentato a caldo Renato Schifani, presidente del Nuovo CentroDestra e capogruppo al Senato di Area Popolare. “Gli atti parlavano chiaro sulla debolezza dell’accusa e sulla presenza di fumus persecutionis. Avevo letto subito le carte e mi ero reso subito conto dell’inconsistenza dell’accusa. Ho fatto una battaglia silenziosa e ritengo che oggi, con questo voto, si sia manifestata a larga maggioranza la presenza di volontà di persecuzione”. Lo scrutinio a votazione segreta è stato richiesto, secondo quanto si apprende in ambienti parlamentari, dai senatori del Nuovo CentroDestra e appoggiata anche dai 10 senatori “verdiniani” che oggi hanno annunciato la nascita del nuovo gruppo Alleanza Liberalpopolare per le autonomie (Ala).
“Abbiamo votato per l’arresto del senatore Azzollini, a salvarlo è stato il Partito Democratico”, ha dichiarato invece Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato. “L’intervento demenziale di Giarrusso del Movimento Cinque Stelle è stata la carta vincente di Azzollini perché ha chiarito le idee agli indecisi”. “Tutto si può dire tranne che Azzollini sia perseguitato dalla giustizia. Nel segreto dell’urna salverete Azzollini ma perdere la faccia davanti al Paese!”. Aveva detto nel suo intervento, quasi urlando, il senatore del M5S Mario Michele Giarrusso, prima che il voto segreto salvasse il senatore del centrodestra. “Tutti sono uguali davanti alla legge tranne voi. La casta”, ha urlato il senatore grillino, “qui può mettere sotto accusa la magistratura perché è vostro privilegio ma noi non lo consentiremo!”.
La notizia del “no” all’arresto di Antonio Azzollini è giunta ovviamente anche nell’Aula della Camera dei Deputati. “Come è possibile che una maggioranza del genere ha deciso a voto segreto di non aiutare la magistratura? Siete la stessa schifezza che eravate due anni fa…”, ha sostenuto Maria Edera Spadoni del Movimento Cinque Stelle, mentre i suoi colleghi hanno urlato “Ladri!” verso i banchi del Pd, da dove si sono levate altre urla. “Con questo voto il Pd ha dimostrato di essere amico di Azzollini e nemico dei cittadini e della magistratura”, ha commentato il capogruppo M5S al Senato Gianluca Castaldi. “La legge non è uguale per tutti. Azzollini salvato dal Pd”, ha scritto su Twitter Beppe Grillo.
“Come detto dall’inizio, abbiamo letto le carte e deciso. E così hanno fatto anche gli altri senatori”, ha dichiarato Maurizio Lupi, capogruppo alla Camera dei deputati di Area Popolare. “Quando c’è di mezzo la giustizia e la libertà di una persona non possono valere pregiudizi in un senso o nell’altro, bisogna decidere in base ai dati di fatto e in coscienza. Il Senato oggi ha dato testimonianza di serietà e di indipendenza”.
“Il Senato ha salvato dall’arresto il senatore Azzollini, dell’Ncd. Renzi e il Pd hanno calato le braghe per salvare le loro poltrone, che pena. Chi sbaglia paga, ma se serve alla sinistra non paga”, ha scritto in un post su Facebook il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini.
Accuse al Partito Democratico anche da Sel. “Per non mettere in pericolo la maggioranza il Pd ha deciso di votare contro la richiesta di arresti domiciliari per il senatore Azzollini, stabilendo così il principio per cui la legge non è uguale per tutti”, ha dichiarato il presidente del Gruppo Misto-SEL, Loredana De Petris. “La relazione del presidente della Giunta per le autorizzazioni Dario Stefàno”, ha aggiunto la De Petris, “era chiarissima, non lasciava adito a dubbi e infatti il Pd, in giunta, aveva votato senza esitazioni a favore. Le considerazioni che hanno spinto il Pd a cambiare parere sono sin troppo chiare: non hanno nulla a che vedere con la difesa di nobili principi. Spero solo che di fronte a questo vergognoso mercanteggiamento nessuno osi adoperare il garantismo come alibi”.