“Il recuperato centro storico della vicina Molfetta rende ancora più stridente il paragone con il bellissimo e maltrattato centro storico biscegliese”. È quanto sostengono gli attivisti dell’associazione Bisceglie Vecchia Extramoenia. “La recente inaugurazione del Waterfront in via Nazario Sauro, ancora sostanzialmente aperto al traffico nei due sensi di marcia, è divenuto oggi il flebile ed etero paravento di cartapesta che cela, agli occhi dei più, l’oscurità che ha ingoiato il nostro borgo e da cui non si riesce a riemergere”, aggiunge Davide Di Tullio in un articolo pubblicato sul sito dell’associazione. “Un luogo su cui si è detto tutto ed il contrario di tutto, abbandonato a se stesso, sfregiato da interventi di recupero irrispettosi e posticci, dall’abusivismo, soffocato dal traffico motorizzato, abbandonato alla sporcizia e al degrado, frutto anche di una dissennata gestione del patrimonio edilizio pubblico, che conta oggi più di duecento unità abitative, un centinaio delle quali occupate abusivamente. Tutto ciò malgrado gli ambiziosi programmi di recupero partiti con il piano particolareggiato alla metà degli anni 80’, la rovinosa esperienza della Società di Trasformazione Urbana, fallita prima ancora di dare i suoi frutti, gli eterni restauri che ancora oggi interessano l’area del Castello, i milioni di euro investiti per recuperare il porto e ripavimentare alcune delle principali strade della Borgo per finire alla falsa partenza della ZTL”.

“Ingenti risorse spese spesso senza un razionale piano di recupero socio-urbano, che ha sistematicamente ignorato i problemi concreti. Una situazione che eredita quarant’anni di mala gestione, a cui però, ancora oggi, non si ha il coraggio di opporre seri interventi, per arrestare quel processo di ghettizzazione delle fasce più disagiate della popolazione che ivi risiedono e strappare dalla marginalizzazione urbanistica quello che più che una risorse pare rappresentare un incubo per Bisceglie”, si legge ancora nella nota di Bve. “Questo ostinato tentativo di ignorare sistematicamente le gravissime problematiche del Centro Storico, emblematicamente rappresentato dalle roboanti promesse mancate di revisione della mobilità motorizzata sul Waterfront e nel Centro Storico, ci pare solo allungare la miccia di quella grande polveriera che è diventata questa porzione di città, una sorta di Grand Hotel Abisso in cui paiono dormire sonni tranquilli amministratori vecchi e nuovi, rincuorati dal giudizio dell’ennesima icona cafonal, che si arrischia a paragonare il nostro porto a quello di una Portofino qualunque e che con l’inossidabile ottimismo di sempre, paia volerci dire ‘è Bisceglie baby’”.

Bisceglie Vecchia Extramoenia elogia invece quanto accaduto a Molfetta. “Una storia cominciata negli anni 80’, quando si decise di mettere mano all’agonizzante borgo marinaro ed iniziare un lungo ma inarrestabile processo di recupero, oggi oramai avviato a conclusione. A partire dalla metà degli anni 90’, i programmi di restauro diventano una realtà. Viene riadottato il piano particolareggiato con la realizzazione di programmi di edilizia residenziale pubblica, destinandone tre isolati; a partire dal 1996, tramite bandi pubblici effettuati a più riprese, comincia la vendita ai privati di proprietà immobiliari comunali per le quali non esiste vincolo di edilizia popolare. Alcuni di questi bandi prevedono diritti di prelazione per i soggetti già presenti ed interessati ad ampliarsi. Data la forte frammentazione della proprietà, si ricorre allora ad iniziative pubblico-private: per il recupero di alcuni isolati, il Comune acquisisce la proprietà e vende all’asta singoli immobili a consorzi di imprese private, cooperative, singoli cittadini che si impegnano a effettuare il recupero primario e a rivendere a prezzo controllato i rustici recuperati. Vengono anche concessi piccoli finanziamenti in conto capitale o in conto interessi per opere di restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria. Viene infine effettuato il recupero di alcuni immobili pubblici, come il torrione Passari”.

“Iniziative a tutto tondo, basate su un’intelligente e bilanciata messa a cantiere di edilizia pubblica ed edilizia convenzionata, dove il ruolo dell’investimento privato è centrale, nel rispetto dell’attività di indirizzo e pianificazione del Comune di Molfetta, a cui resta comunque saldamente in mano la regìa dell’intero processo di risanamento del Borgo. A tutto ciò si aggiunga l’ambizioso programma di recupero del lungomare di Molfetta, già avviato con la pedonalizzazione dell’area fronte mare dinanzi al Duomo e che prevede interventi lungo tutta la fascia costiera urbana. Nel 2015 il Comune di Molfetta, unica città italiana, parteciperà al bando internazionale ‘European 13’, grazie al quale giovani architetti di tutta Europa potranno proporre soluzioni per il recupero del Waterfront. Un progetto ambizioso, organico, in continuità con un’idea di città che lentamente sta portando i suoi frutti. Il Centro Storico di Molfetta è oggi ben illuminato e pulito, a tratti silenzioso ma anche vivace. Numerosi giovani imprenditori locali hanno deciso di aprire attività commerciali che sposano rispettosamente gli spazi recuperati, grazie anche alla recente attivazione della Zona a Traffico Limitato, seguendo l’esempio di altri importanti comuni rivieraschi come Trani, Giovinazzo e Polignano”, concludono gli attivisti di Bisceglie Vecchia Extramoenia.