E’ andato in scena ieri sera, 18 agosto, presso un Teatro Mediterraneo purtroppo non del tutto gremito, “Oscar”, lo spettacolo teatrale di Giancarlo Giannini. L’attore e regista ligure, accompagnato dalle note dell’orchestra “Suoni del Sud” e dalla splendida voce di Veronica Granatiero, ha percorso le tappe fondamentali del cinema italiano e internazionale, accompagnando alcune delle scene più famose del grande schermo con la lettura di celebri poesie a firma di Ungaretti, Pasolini e Salinas. Lo spettacolo si è aperto con le immagini del divertente medico della mutua interpretato da Alberto Sordi nel celebre film di Luigi Zampa ed è proseguito con una lunga carrellata di pellicole, spaziando dalla commedia all’italiana ai blockbuster hollywoodiani. Giannini è riuscito a fondere sapientemente cinema, teatro e letteratura, dimostrandosi ancora una volta un attore dalle mille sfaccettature animato da una profonda passione verso il proprio mestiere.
Ampio spazio è stato dedicato poi alla memoria di Sergio Leone, innovatore e sperimentatore, riconosciuto come uno tra i più influenti registi del cinema mondiale. L’orchestra, sulle note del Maestro Ennio Morricone, ha accompagnato il pubblico attraverso la breve ma intensa filmografia del regista, da Giù la testa a C’era una volta in America, passando per la “trilogia del dollaro”. Non sono mancati infine anche momenti legati direttamente alla carriera artistica dell’attore. Particolarmente emozionante è stata la lettura della poesia di Pablo Neruda dedicata al vecchio amico Massimo Troisi e al suo sorriso che tanto manca al cinema italiano e senza il quale, per citare le parole del poeta, si morirebbe.
D’altronde il linguaggio del cinema è il cinema stesso, direbbe David Lynch, e lo spettacolo di Giannini ha raccontato questo magico mezzo artistico proprio attraverso le sue atmosfere, le sue scene più memorabili e le sue musiche più emozionanti. Ma il cinema parla anche di noi, della nostra condizione di uomini, dai duelli e i conflitti, come quello tra Massimo e Commodo ne Il Gladiatore di Ridley Scott, ai baci che vincono il tempo per rimanere indelebilmente impressi nella storia del grande schermo, come quello tra Rose e Jack nel Titanic di Cameron.
Foto di Gabriele Caruolo