“Ci ha pensato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a mettere un po’ di ordine nel dibattito che negli ultime settimane ha animato gran parte della politica locale in merito al futuro della Casa Divina Provvidenza”. Parte così la riflessione di Angelantonio Angarano, consigliere comunale del Partito Democratico, all’indomani del consiglio regionale del 6 ottobre in cui Emiliano ha chiuso le porte ad un’acquisizione pubblica dell’ente ecclesiastico fondato da Don Uva ma ha ribadito la sua disponibilità a seguire con grande attenzione la vicenda al fine di garantire pazienti e lavoratori (leggi qui).

“Il Presidente ha ribadito che, sia il commissario straordinario della Cdp che le strutture regionali, non hanno mai immaginato che la Regione Puglia, ex abrupto, senza essere inserita in un contesto organizzativo e strategico, potesse diventare proprietaria della struttura”, aggiunge Angarano. “Nel suo accorato intervento ha ribadito che c’è un problema di continuità del servizio e che c’è un emergenza occupazionale ma anche che sono problemi risolvibili in altro modo, confermando che la Regione Puglia si offre, come normale che sia, di garantire il massimo impegno e grande sensibilità su entrambi i fronti. E’ stato altresì confermato che fosse impensabile sia la proroga del bando, non prevista dalla normativa, sia l’eventuale acquisto da parte della Regione che, sebbene auspicabile e comprensibile, sarebbe sconsigliabile. Infatti, oltre a dover essere inserita in un piano di riordino, tale acquisizione si porrebbe in contrasto col fatto che la Regione sta seguendo un trend inverso che è quello di diminuire le partecipazioni. E per ultimo, sarebbe inopportuna anche alla luce di una questione di opportunità e trasparenza del mercato: continuando su questa linea si rischierebbe di turbare l’asta in corso, dato che la Regione è la principale ‘cliente’ della struttura”.

“Questa, se ho ben inteso le parole del Presidente, è la sostanza e ritengo che ben ha fatto la Regione Puglia a rimanere sui ‘fatti’ e sul terreno della concretezza”, sottolinea Angarano. “A questo punto sul piano strettamente politico, sebbene in questi anni abbiamo sempre coraggiosamente fatto valere in maniera chiara e seria le nostre opinioni e ragioni sulla vicenda con ogni mezzo a disposizione (ordini del giorno, mozioni, comunicati, interventi ed incontri partecipati), non riteniamo sia utile entrare tra il novero delle posizioni della politica locale, divisa tra chi la ritiene una importante affermazione e chi la considera una farsa o una melina”.

“Credo sia più importante provare ad immedesimarsi in ogni cittadino ed immaginare i vantaggi che avrebbe l’intera città di Bisceglie ad ospitare una struttura d’eccellenza, all’avanguardia e polo d’attrazione a livello nazionale”, continua Angarano. “Un centro di cura ed assistenza ad alta specializzazione dove ci si va con sicurezza per l’elevata qualità percepita e che attira pazienti da nord a sud. Come ogni comune cittadino non capisco perché Bisceglie non dovrebbe aspirare ad una simile opportunità, anche se solo con l’immaginazione. Ripensandoci bene, mi accorgo che il San Raffaele di Milano, afflitto da scandali e debiti, è pur sempre il migliore ospedale italiano per qualità di cure e che la discussione sulla proprietà, pubblica o privata che sia, è abbastanza marginale se si solleva lo sguardo verso obiettivi più alti e si punta al massimo realizzabile”.

“Forse non è più immaginazione ma realtà collettiva se si comincia ad affrontare la discussione da questo punto di vista provando a dare ciascuno il proprio contributo con proposte e idee nella concreta speranza che, finalmente dopo anni, un percorso di certezza e legalità possa portare ad un traguardo importante”, conclude il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale. “Forse è proprio questo il solco tracciato da Don Pasquale Uva quando rimboccandosi le maniche e partendo da poco più di un sogno è riuscito ad immaginare e poi a far “vivere” da più di novant’anni alla nostra città una ‘incredibile’ realtà”.