Il comune di Bisceglie ha rinnovato la polizza assicurativa sui cani randagi necessaria per la reimmissione sul territorio degli esemplari accalappiati e sterilizzati. L’assicurazione è stata stipulata dal comune il 4 settembre 2014 con la compagnia assicurativa Generali Italia – Agenzia di Taranto ed è stata rinnovata a fine agosto 2015 (determina 77/2015 ripartizione Ambiente-Demanio-Igiene-Sanità) sempre con la stessa compagnia per l’importo di 6.000 euro pari alla misura minima contrattuale di 100 cani assicurati.

La via della sterilizzazione e reimmissione sul territorio è senz’altro la più efficace, oltre che economica, per affrontare il problema del randagismo. In primo luogo un cane reimmesso sul territorio costa al comune solo 60 euro l’anno a fronte delle migliaia di euro che il comune spenderebbe per lo stesso cane se fosse tenuto in un canile, poi un cane sterilizzato e reimmesso sul territorio difficilmente rappresenta un pericolo per la cittadinanza poiché la sterilizzazione rende molto più docile l’animale, infine considerato che la vita media di un randagio è di pochi anni impedendone la riproduzione si può ottenere una notevole diminuzione del fenomeno del randagismo nel giro in qualche anno.

Il comune si sta senz’altro muovendo nella direzione giusta per contrastare il randagismo, non solo con quest’ultimo provvedimento ma anche con l’erogazione dei contributi regionali per la sterilizzazione dei cani padronali (leggi qui). Purtroppo però, secondo quanto ci ha risposto la dirigente comunale Dott.ssa Carmela Testa, da quando è attiva la polizza solo una ventina di cani sono stati reimmessi sul territorio, è evidente che il fenomeno a Bisceglie sia ben più esteso. Ricordiamo che l’accalappiamento e la sterilizzazione dei randagi sono compiti che per legge spettano alle Asl, sarebbe quindi necessario che l’Azienda Sanitaria Locale predisponesse in collaborazione con il comune un accalappiamento e una sterilizzazione a tappeto, solo in questo modo si potrebbe arginare in maniera consistente il fenomeno randagismo sul territorio. Infine sarebbe altrettanto necessario punire severamente chi non registra i propri cani all’anagrafe canina e chi contribuisce ad alimentare il fenomeno del randagismo con gli abbandoni, solo un’azione congiunta, capillare e continua potrà davvero porre fine a questo annoso problema che genera ancora gravi problematiche e grosse spese per la comunità.