Come ogni anno non risulta agevole raccogliere dati relativi alle presenze di visitatori e turisti nel periodo estivo per una serie di fattori ora comprensibili, ora strani e irrazionali. I dati relativi al flusso turistico 2015 richiesti alle strutture ricettive sono disponibili: le strutture sono obbligate, dal 1° gennaio 2013, a trasmetterli allo SPOT, Sistema Puglia per l’Osservatorio Turistico, finalizzato a semplificare e ottimizzare il processo di rilevazione e analisi dei dati di movimentazione turistica, per poi trasmetterli all’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica.

Diversa, invece, e più complessa è la questione riguardante i musei cittadini: il Museo Civico Archeologico “Francesco Saverio Majellaro”, gestito direttamente dal comune e aperto durante l’orario di lavoro dei dipendenti comunali della biblioteca, il Museo Diocesano, il cui direttore è Giacinto La Notte e aperto su prenotazione, il Museo Civico del Mare gestito dal signor Paolo Tarantini e aperto generalmente il sabato e domenica mattina, con possibilità di effettuare prenotazioni durante la settimana, e il Museo Etnografico “Francesco Prelorenzo”, affidato all’Archeoclub e diretto da Luigi Palmiotti.

Conoscere il numero dei turisti, la loro provenienza e il gradimento delle visite effettuate nei nostri musei si è rivelato difficile. Non dovendo pagare l’ingresso e quindi non potendo fare affidamento sul numero di biglietti venduti o su schede di gradimento, non è possibile effettuare un’analisi dei dati per programmatre attività future, o riscontrare la buona riuscita o meno di eventi e mostre allestite.

L’unico strumento a cui si fa affidamento è il registro, presente all’interno dei singoli musei, sui quali, oltre alla propria firma, i visitatori possono scrivere le loro impressioni e suggerimenti.
Dal Museo del Mare ci è stato comunicato un numero di visitatori pari a circa 900 dall’inizio del 2015 sino a oggi e quasi 1400 per il 2014.

Richiesti il 17 settembre all’Amministrazione Comunale, ci sono giunti mercoledì 7 ottobre i numeri relativi alle presenze del Museo Civico Archeologico Francesco Saverio Majellaro, che per l’intero 2014 si attestano a 710 presenze, mentre per il solo periodo estivo (giugno – settembre) 2015 si attestano soltanto a 14. Dalle informazioni forniteci dai responsabili dei musei, si potrebbe affermare che gran parte dei visitatori sono i bambini che frequentano le scuole della città e a seguire poi i turisti italiani. Il Museo Archeologico, come già sottolineato, è aperto al pubblico solo nell’orario di servizio dei dipendenti comunali operanti in Biblioteca (Mons. Pompeo Sarnelli), dunque nei canonici orari di apertura degli uffici comunali, escludendo pertanto fine settimana, ferie estive, natalizie e così via. Sintetizzando soltanto le mattine feriali dal lunedì al venerdì con buona pace di visitatori e turisti. Nel mese di agosto fatevi passare l’idea di visitarlo.

Discorso diverso per il Museo del Mare che basa l’apertura sulle disponibilità del gestore Tarantini. Una disponibilità, a onor del vero, mai venuta meno da parte del responsabile, seppur part time.

Il Museo Etnografico e della Civiltà Contadina, che raccoglie reperti di rilevante peso storico, artistico e culturale, ha affisso proprio in questi giorni orari di apertura al pubblico: martedì dalle 18 alle 20.30, venerdì dalle 9 alle 12 e sabato dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 20.30.

Il Museo Diocesano, vero e proprio scrigno artistico cittadino, è visitabile su prenotazione. Tra mostre fotografiche, esposizioni e conferenze non si mostra, a differenza degli altri musei biscegliesi, come una location ostica da visitare. L’impegno dell’avv. Giacinto La Notte e della prof.ssa Marcella Di Gregorio è pressoché quotidiano tale da attribuire al museo, tra mille sforzi, il giusto spessore, la giusta visibilità.

Ricordiamo che qualche anno fa l’allora vice sindaco con delega alle politiche turistiche, Francesco Amoruso, propose l’istituzione di una rete museale cittadina che garantisse aperture dei musei da parte di personale giovane e competente da reperire magari tra le realtà associative culturali cittadine. Un’ottima idea che raccolse consensi, ma che non ha mai trovato attuazione lasciando spaiate, sciolte queste analoghe realtà praticamente e per lo più chiuse al pubblico.

Una grande pecca per una città che insiste nel parlare di vocazione turistica, ma che, all’atto pratico, mostra mille lacune insormontabili e spesso inspiegabili.

Quattordici visitatori in una stagione estiva è un dato che non avremmo mai voluto raccontare. Ma tant’è.