Protagonista della serata organizzata ieri, venerdì 8 gennaio, da Vesparossa è stato Vito Signorile, attore di teatro pugliese da poco reduce dalla sua ultima fatica letteraria, la traduzione in barese del celebre romanzo per ragazzi (e non) Il piccolo principe. Il castello da poco inaugurato, formidabile cornice della manifestazione, ha subito catturato l’attenzione di chi le bellezze della nostra regione è abituato a viverle e a frequentarle ogni giorno con i tanti spettacoli teatrali itineranti. Proprio in virtù di quelle “memorie shakespeariane” che il castello svevo-angioino ha richiamato alla mente di Signorile, l’attore barese si è detto pronto a debuttare in anteprima nazionale con lo spettacolo dedicato al Piccolo Principe proprio nella nostra città.

U Prengepine, edito da Gelsorosso, nasce da una idea di Angela M. Lomoro, quella di adattare “un libro tradotto in praticamente tutte le lingue del mondo anche nel locale dialetto barese”, in una operazione che coinvolge sia chi vuole avvicinarsi per la prima volta ad un libro così colmo di sfumature e significati, sia a chi ha la curiosità di voler rileggere il testo di Saint-Exupéry nella lingua madre del capoluogo pugliese. Il puer aeternus al centro del racconto ci invita a riflettere sul valore delle relazioni umane, dell’amore e dell’amicizia, e ci sprona a guardare nuovamente il mondo con la curiosità innocente di chi è piccolo ma vuole crescere ogni giorni di più.

Intervistato dai nostri microfoni, Signorile si è soffermato ancora una volta sulla centralità del dialetto nella società attuale, sul suo valore non solo culturale ma anche storico e sociale. L’attore barese ha sottolineato che “il dialetto, come tutta la parte migliore della nostra tradizione popolare, è importante per conoscere le nostre radici. E’ importante per costruire un futuro migliore. Vi sono dialetti che sono diventati vere e proprie lingue nazionali, dal napoletano al romano, passando per il veneto e il siciliano. Noi ci siamo un po’ vergognati. Ma abbiamo fatto un errore. Fortunatamente vi è un certo risveglio e questo fa ben sperare. Per le nuove generazioni è una vera e propria lingua straniera da studiare”. A rendere il dialetto un oggetto di studio così interessante è anche la sua essenziale versatilità e varietà, essendo sempre diverso non solo da paese a paese, ma persino da quartiere a quartiere, dal vernacolo più “duro” e primitivo dei centri storici a quello più accessibile e italianizzato del centro città. 

U Prengepine è quindi una lettura in cui vernacolo, poesia e immagine visiva, quella dei disegni dello stesso autore, si fondono in una esperienza che coinvolge più sensazioni e tocca corde sempre diverse. In linea con la sensibilità che contraddistingue questa opera, il CD in allegato porta la voce di Vito Signorile che, di getto, in maniera spontanea e non preparata, legge passo dopo passo i capitoli del libro, in un crescendo di emozioni e suggestioni che coinvolge e abbraccia l’ascoltatore. Il piccolo principe ci ricorda la fondamentale importanza di essere bambini quando spesso, da adulti, appesantiti dalla vita di tutti i giorni, ci si dimentica di quella leggerezza (da non confondere con superficialità) necessaria per affrontare anche le sfide apparentemente insormontabili. Nella consapevolezza che “tutte le granne avonne state pecceninne na vòlde, ma picche de lore su arrecòrdene”.

Foto di Gabriele Caruolo